lunedì 28 marzo 2011

L'impossibile critica (1)


Ed eccomi subito a pregarla: legga il meno possibile testi di critica estetica; sono o congetture faziose, fossilizzate e oramai prive di senso nel loro rigore senza vita, oppure abili giochi di parole, in cui oggi prevale una opinione e domani quella opposta. Le opere d’arte sono di una solitudine infinita, e nulla può raggiungerle meno della critica. Solo l’amore le può afferrare e tenere.
Rainer Maria Rilke

 
Quando scrivo di fumetti, penso a chi legge. Penso soprattutto agli autori.
Ma parliamo di arte. A dirla con Rilke, c'è una solitudine degli autori, dell'opera d'arte, che non può non ricordare l'isolamento dell'incomprensione tra coppie di amanti. Hai presente?
L'opera d'arte non è un'opinione. E neppure un'argomentazione. Forse, ha più a che fare con la manifestazione. E ogni manifestazione esiste a prescindere da chi la osserva, la coglie, la vive. Poi scompare. Ma si rivolge sempre a qualcosa, a qualcuno.
 
Leggendo Il resto è rumore di Alex Ross (non il fumettista ma il musicologo), un saggio esemplare e rotondo sulla musica colta del Novecento, sorrido nell'evocazione che l'autore fa delle reazioni di Richard Strauss e Gustav Mahler alle increspature del pubblico alle loro prime. In Strauss si sente la voce dell'uomo determinato e autocompiaciuto, in Mahler quella dell'uomo meno sicuro e più cauto di quanto vorrebbe. In ogni caso, non c'è silenzio, non c'è pace, nell'artista che aspetta la reazione del pubblico. Né in quello che dichiara di infischiarsene, né in quello che attende con il fiato sospeso.
 
Ma il fumetto, grazie al cielo, non è arte. E il fumettista, per suo diletto, può sorridere alla reazione della gente, senza grandi preoccupazioni. Nessun suo lavoro cambierà l'umore dell'opinione pubblica, o modificherà la comprensione del mondo di un singolo essere umano. Il fumetto, popolare o meno, è un sottoprodotto culturale volatile, che vive del banale intercettarsi di azioni e reazioni, suggestivamente (come a dire suggestione di un mago di provincia) articolate e rappresentate su carta. 
L'opera a fumetti, non-arte, non merita l'amore di cui parla Rilke, perché non vive di solitudini. Si nutre di luoghi comuni (più o meno abitati) e non può avanzare pretese, né di credibilità, né di faziosità.
Il fumetto è immune anche alla moltitudine dei prodotti della musica pop, quel groviglio senza ritorno fatto di finte muse, style, merchandising. Il fumetto, quando è usato dal mercato, permette di vendere magliette con una S davanti, senza costringere nessuno a leggere le sue pagine colorate. Perché quando è veicolo, è invisibile nella sua essenza, che essenza non ha, ed è solo apparenza.
 
La critica sulla non-arte del fumetto è quindi impossibile. Sarebbe come fare critica sulla carne in scatola. Impossibili le congetture, impossibili i giochi di parole. Si può se mai raccontare l'esperienza del sapore che il fumetto ha lasciato. Si può forse raccontarne gli ingredienti. La percentuale di verità, come la percentuale di tonno nella pappa del gatto.
 
E il fumettista che si crede artista, lui, che intanto lavora in uno studio di grafica, oppure in una piccola grande casa editrice popolare... il fumettista che si crede artista è solo due volte, perché illuso, perché impotente. Solo per finta. Perché la sua opera non sarà mai sola, e mai impropria.
 
Harry

(continua)

15 commenti:

  1. un pezzo interessante, con degli spunti che vanno approfonditi.

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  2. harry, va bene sottolineare l'ingenuità di chi progetta prodotti e insegue una legittimazione culturale che non ha e non potrà mai avere.

    Ma non esageriamo né con l'autoindulgenza, né con visioni dell'arte da romanticismo ottocentesco (cruciale se ci si occupa di Strauss, ma non di McCay o Spiegelman).

    Certo, la critica che chiama alex ross (non il musicologo) artista vive in un mondo parallelo fatto di ingenuità e limitata consapevolezza dell'esperienza artistica. Ma poi c'è la realtà. E non è con l'alibi del "parlare di arte è fuori luogo" che la si affronta per ciò che è.

    Un abbraccio.

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  3. @ matteo: il gioco della critica preso a rovescio. questo è. una piccola provocazione, dove cerco di accogliere un punto di vista, forse antico, ma che ha una sua forza. il fumetto come la carne in scatola. ci sono radici forti qui. no?
    ma non parliamo di romanticismo otocentesco per strauss e mahler, che siamo all'inizio del 900 e i due si sarebbero offesi molto in proposito! :)
    ti dirò, mahler e mckay realizzavano parte dei loro capolavori in contemporanea. il primo negli ultimi anni della sua vita, a new york. il secondo, con i primi anni di strisce di little nemo. (mahler è morto nel 1909).

    h.

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  4. Il fumetto non è arte? Ohibò.
    Ma l'arte non è costituita da qualsiasi espressione dell'uomo che non sia puramente funzionale?

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  5. Il fumetto non è arte
    il cinema non è arte
    la fotografia non è arte
    la musica non è arte
    la pittura non è arte
    la letteratura non è arte
    l'arte non è arte
    Ma l'arte cos'è?
    Forse la critica serve anche a capire questo.
    Sennò zitti tutti e comperiamo le magliette con la Gioconda
    db

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  6. @ cratilo: le magliette della gioconda o di superman sono figlie dello stesso meccanismo? ciao.

    h.

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  7. @ skull: ho un'amica che collezziona quelle strane saponette a forma di cibo. non mi sembrano "puramente funzionali", ma sono arte?
    h.

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  8. Il fumetto, ovviamente, esprime molto di più: tramite il fumetto (che non a caso è tra le prime forme di espressione umana) l'autore può parlare, raccontare, descriversi, evidenziare una realtà o mascherarne un'altra, ecc. ecc.
    Se non è questa l'arte, allora cos'è?

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  9. Riguardo la collezione della tua amica: non sono un esperto, ma penso che nel loro campo possano anche essere una forma d'arte.
    Perchè le fanno? Perchè le si colleziona?
    Guardarle, rimirarle, annusarle: sicuramente c'è un motivo edonistico, come per tante altre forma d'arte.

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  10. Il fumetto non cambierà l'umore dell'opinione pubblica, o modificherà la comprensione del mondo di un singolo essere umano? V for Vendetta allora?

    PS: le magliette coi fumetti stampati sono citazioni.

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  11. ma l'arte non era negli occhi di chi guarda?

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  12. @ skull: quando parlo di fumetto, non mi riferisco al "paleo-fumetto" ma a quello diciamo da inizio '900. il campo altrimenti si allarga troppo e ci si perde.
    in merito alla concezione di arte che citi, vuol dire che qualunque forma di comunicazione è arte? ne dubito. mi sembra un approccio "ingenuo".
    e lo confermi a proposito delle saponette. non credo ci sia nulla di artistico, ma sicuramente molto di futile. e di esempi simili potrei fartene molti altri. è solo il primo che mi è venuto in mente.

    @ hytok: non so, non mi risulta che v abbia modificato l'opinione pubblica, che abbia avuto reazioni "popolare" di rilievo. sul singolo essere, certo. ma è rilevante?
    (la mia è una provocazione)

    h.

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  13. @ pog: bene, cogli un punto interessante. ci tornerò su a brevissimo. :)

    h.

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  14. @harry: ad esempio lo stile di VfV è stato preso a simbolo dei due Vday di Grillo.

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