copertina di corrado mastantuono
Nell’editoriale del numero di Magico Vento attualmente nelle edicole, l’autore Gianfranco Manfredi scrive con la sua solita apertura e schiettezza.
Mi colpiscono due cose.
Innanzitutto Manfredi chiarisce che il passaggio dalla mensilità alla bimestralità della serie che è avvenuto ormai da qualche anno non è stato, e non poteva essere, una premeditata “scorciatoia” verso la chiusura. Il concetto stesso di chiusura programmata con così tanto anticipo è assurdo. Ma Manfredi arriva al cuore della questione quando ammette che il passaggio alla bimestralità ha fatto perdere circa 5000 lettori alla serie. E che Sergio Bonelli lo aveva avvisato del rischio.
L’esperienza di Bonelli non si può mettere in dubbio. Conosce quel mondo, il suo mondo, come se stesso.
Sergio Bonelli ha il polso del fumetto popolare perché è fatto a sua immagine. Lui e la sua casa editrice, più di chiunque altro, hanno determinato quel che c’è oggi nelle edicole italiane.
Bonelli ne è sotto molti aspetti responsabile. Nel bene e nel male.
Il bene? Il fumetto popolare con il prezzo più basso che ci sia in Europa, nel mondo, a fronte di una qualità e di una professionalità complessiva altissima.
Il male? L’addormentamento. L’annuvolamento culturale del lettore di fumetti. La pigrizia concettuale. La paura.
Ed ecco il secondo passo che mi arriva dall’editoriale di Manfredi, quando accenna del difficile equilibrio che uno sceneggiatore di fumetto popolare deve tenere tra innovazione e familiarità, tra luoghi comuni e originalità di pensiero. I topoi narrativi sono trappole intelligenti, trappole della mente creativa, perché conducono alla ripetizione e alla sterilità, da un lato, ma permettono anche ai lettori di ritrovarsi, di orientarsi e di sentirsi a casa. E ai professionisti di… conservare le forze? Di apparire all’altezza anche quando non lo sono? Di spostare i limiti e le costrizioni all’interno di un processo creativo vigile e serio?
Il fumetto Bonelli è una casa. È un lido sicuro. Anche laddove autori intelligenti come Manfredi o Medda o Ambrosini (e Bacilieri) o … tentino percorsi nuovi. Ha regole troppo forti e stringenti, soprattutto sul piano delle convenzioni “linguistiche”. E l’equilibrio ricercato da chi vuole imporre una voce originale è troppo fragile. Perdente.
Si dice che Caravan di Medda non venda bene. Lo si dice in giro e non stento a crederlo…
Magico Vento chiuderà a fine anno, perché le vendite, perché l’autore…
Jan Dix di Ambrosini nasce e muore miniserie senza sussulti di vendite che ne permettano il proseguimento…
Serie come queste sono destinate all’insuccesso? Ha senso cercare di rinnovare senza innovare?
Quale responsabilità ha Sergio Bonelli? La sua idea di fumetto popolare di successo è l’unica possibile? Ed è questa stessa idea che porterà alla definitiva sterilità e immobilità?
Harry