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venerdì 18 marzo 2011

Cattolico

Riprendo Maakies con una nuova mini-striscia.

Si parla di religione, di una particolare religione. O di quel che si crede riempia la religione di significato. Una parola, un mondo. O di quello che…
Insomma, io la faccio lunga ma Millionaire la fa brevissima. E questo lassismo paterno mi ha fatto ridere. Molto.

Harry
 
(c) tony millionaire, da maakies, dark horse

sabato 16 ottobre 2010

Riconciliazione



Quando recentemente il Capo di Stato Papa Ratzinger si è recato a Londra ha chiesto scusa per gli abusi sessuali compiuti da alcuni esponenti della Chiesa Cattolica, promettendo una maggiore vigilanza.
Non ha però ammesso le responsabilità dirette della dirigenza della Chiesa nell'insabbiare, nascondere, negare e, in definitiva, non aver fatto ogni cosa possibile per evitare che quei fatti si ripetessero. La credibilità della Chiesa prima di ogni altra cosa. L'effetto boomerang non era previsto.

Quello che consiglio a Papa Ratzinger, da piccolo uomo che osserva i fatti del mondo, è di leggere un piccolo libro, Perché ho ucciso Pierre, di Alfred e Oliver Ka (Ed. Tunuè).
L'ombra della colpa, dell'inaccettabile dolore di fronte a chi si crede un amico e, prima ancora, un uomo di fede, viene trattato con leggera devozione all'arte del ricordo e dell'introspezione.
Perché ho ucciso Pierre offre un punto di vista, quello della vittima, di fronte alla tragedia dell'abuso sessuale, e svela una possibile strada di redenzione.
Ma suggerisce anche il dolore e l'angoscia di chi quegli atti ha commesso.
Quello che la Chiesa non ha capito, negli anni, nei secoli, è il fatto che mettere la persona che perpetra un abuso nella condizione di non poterlo più commettere, è innanzitutto un atto di generosità verso quella stessa persona. Metterlo al salvo dalla propria terrificante instabilità, dal proprio terrificante desiderio, dalla propria perversa dimostrazione di potere, riflesso dell'impotenza.


La via di Perché ho ucciso Pierre è semplice, perché sa parlare a tutti, senza retorica e senza un vittimismo pietistico che sarebbe legittimo quanto anti-narrativo.
Perché ho ucciso Pierre funziona quindi su più piani di lettura, e sa coinvolgere e commuovere con delicatezza. Una lezione artistica, una lezione di vita, verso la riconciliazione con sé stessi e il mondo.

A Papa Ratzinger potrebbe piacere.

Harry

venerdì 9 luglio 2010

Di quale Dio?



Dell'ultimo "romanzo a fumetti" Bonelli, Mohican, sceneggiato da Paolo Morales e disegnato da Roberto Diso, posso dire che si tratta dell'ennesima interpretazione del genere western per l'editore di Tex. Cosa che di per sé non rappresenta alcuna novità, purtroppo. Lo sviluppo della storia è prevedibile, per quanto ben scritta, e Diso si conferma abile professionista, ma forse un po' freddo, distaccato, eccessivamente "professionale". Per intenderci, la storia è più vicini all' "umanesimo" di Berardi (più del suo Tex in Oklahoma che del più imprevedibile Ken Parker), meno al dinamismo avventuroso del Tex di Gianluigi Bonelli.

Di Mohicani non so nulla. Non del film, non dei romanzi con protagonista Nathaniel Bunppo.
Mi colpisce però, in negativo, come Morales nel fumetto affronta il tema della religione. Nathan scorta un gruppo di protestanti, tra i quali spicca una giovane, bellissima ragazza. Le dinamiche relazionali sono le solite, e la passione d'amore sembra in grado di mettere in discussione qualunque fede.
Purtroppo, il tema della religione in Mohican è un elemento avulso dalla vita, e ha esclusivamente funzione narrativa. Non ha elementi di realtà se non quelli necessari a una vaga verosimiglianza ed è sviluppato solo in relazione alla storia. 

Non ricordo fumetti seriali italiani nei quali il tema della fede sia trattato in modo non meccanico e non schematico. Trovo strano che un fatto umano così importante, che condiziona così tanto le vicende personali e sociali, le relazioni e le scelte di vita sia così assente dal fumetto popolare.
Non so neppure dire se si tratti di laicismo o di tabù.
Qualcuno ricorda qualche eccezione significativa?

Harry


Tutti i testi di questo blog sono (c) di Harry Naybors, salvo dove diversamente indicato.
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La versione a fumetti di Harry è (c) di Daniel Clowes.