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domenica 13 marzo 2011

Il gioco delle scoperte

 copertina di jack kirby collector #17


Il gioco funziona più o meno così.
Io scopro in una rivista che un tale ha fatto una scoperta filologica.
Siccome la rivista è straniera e sono passati un po' di anni dalla sua pubblicazione, immagino che in pochi sappiano di questa scoperta.
Quindi, dico che la scoperta è mia.
Il punto: se io scopro una cosa già scoperta da un altro, ma nessuno sa dell'altro, la scoperta è mia? O sto solo barando? E se qualcuno scopre il trucco?

Trovi tutto qui. Non ho voglia di riportare i fatti. Se vuoi, leggi di là.
Per necessità, riporto anche io il fumetto di Jack Kirby oggetto della questione intitolato The Last Enemy, fumetto libero da diritti e facilmente recuperabile in internet. Riporto anche la traduzione di Alessandro Di Nocera, spero me lo perdonerà, ma è utile a far circolare le idee, ché dopo un po' si fermano e puzzano.

Harry




TITOLO e vign. 1:

Il viaggiatore del tempo incontra strani amici nel mondo del futuro… e l’opportunità di sconfiggere… L’ULTIMO NEMICO!
Vign. 2:
Ho impostato la discesa del ”Cubo del Tempo” laddove avrebbe dovuto essere Montford, nel Connecticut… nell’anno 2514 d.C….
Vign. 3:
Dida.: Quattro anni di lavoro segretissimo nel laboratorio governativo avevano dato i loro frutti. Il Cubo funzionava… ma la gente non l’avrebbe mai saputo… fino a quando non fossi tornato…
Ball.: Nasconderò il cubo in questa grotta. Poi effettuerò una piccola esplorazione.



Vign.1:
Dida.: Mi trovavo in una foresta. In cinquecento anni ogni traccia della città di Montford era scomparsa!... All’improvviso mi ritrovai in una radura disseminata di… di TIGRI MORTE!
Ball.: Tigri! A dozzine… e indossano abiti!
Vign. 2:
Dida.: All’improvviso udii una voce alle mie spalle… Una voce dal tono squittente… Me ne resi conto quando vidi da chi proveniva…
Ball. 1: E’ stata una gran battaglia, signore. I grandi felini sono difficili da sconfiggere!
Vign. 3:
Ball. 1: T-tu… puoi parlare?
Ball. 2 : Oh, sì... La sua specie ci ha lasciato molte cose.... linguaggio… cultura… armi…
Vign. 4:
Ball. 1: Ma…
Ball. 2: Lei non dovrebbe essere vivo, signore. Qualcosa chiamato “guerra atomica” ha sterminato gli umani.
Vign. 5:
Ball. 1: E così, la Terra è rimasta agli animali…
Ball. 2: Qualcuno doveva pur ereditarla! E’ ancora un bel posto dove vivere, sa?
Vign. 6:
Dida: C’erano così tante domande da fare… Ma la consapevolezza della tragica fine dell’umanità era piombata talmente profondamente in me da lasciarmi stordito. Mi voltai verso la creatura quando la sentii sogghignare…
Ball. 1: Cosa c’è di così divertente?
Vign. 7:
Dida.: Le luci non scomparvero interamente dopo il colpo in testa. Avvertii il dolore ed ebbi una rapida visione del terreno che mi veniva contro…


Vign. 1:
Dida.: Potei solo intuire il resto…essere trascinato in una sorta di tunnel nel terreno… Quindi svenni…
Vign. 2:
Dida.: Se mai c’era stato un uomo davvero in trappola, ebbene quello ero io. Hammond Drake. Non potrei dire quanto in profondità mi avessero portato. Quando mi svegliai, stavo fronteggiando un interrogatorio…
Ball. 1: Quella luce… mi fa male agli occhi!
Ball. 2: quando ci dirai ciò che vogliamo sapere… la spegnerò!
Vign. 3:
Ball. 1: Che cosa dovrei dirvi per…
Ball. 2: Guardami! Non hai a che fare coi nostri antenati ancestrali! Noi pensiamo! Noi edifichiamo! Noi stiamo combattendo per dominare il pianeta… e col tuo aiuto possiamo vincere!
Vign. 4:
Ball.1: I nostri network di tunnel circondano l’intera sotto-superficie del pianeta! Di sopra, i cani e i gatti si contendono il predominio, e, al momento, siamo in attesa che gli uni distruggano gli altri.
Vign. 5:
Ball. 1: Ora, non dobbiamo più attendere… Non quando possiamo apprendere come fabbricare bombe atomiche!
Ball. 2: Bombe atomiche!
Vign. 6
Ball. 1: Sì! Tu ce lo mostrerai! Se non puoi… Viaggeremo indietro nel tuo tempo e troveremo qualcuno che possa insegnarcelo!
Ball. 2: Non capisco cosa intendi…
Vign. 7:
Ball. 1: Non prenderti gioco di me! Non sei giunto qui con un missile Pogo! La tua specie ha costruito una macchina del tempo… E tu sei il pilota! Adesso, dimmi dove hai nascosto quella macchina!


Vign. 1
Dida: Il piccolo diavolo era in gamba e da quello che si poteva capire dall’aspetto della sua specie… molto cattivo. Ma io mantenni il silenzio.
Ball. 1.: Non vuoi parlare, eh? Ma tu sai che lo farai! Abbiamo studiato i metodi degli antichi nazisti… li ricordi?
Vign. 2:
Dida.: In quel momento, una campana d’allarme entrò in funzione da qualche parte e un’ombra di terrore percorse la faccia dell’inquisitore…
Ball. 1: Un raid! E’ un raid!
Vign. 3:
Dida.: Non sapevo che cosa volesse dire. Ma speravo che fosse il miracolo per cui avevo pregato…
Ball. 1: Alla caverna principale… Svelti!
Vign. 4:
Dida.: Ma la caverna principale era già nelle mani degli invasori. Erano grossi e veloci come il lampo ed emergevano con organizzata precisione da un veicolo dalla testa a trapano che si era fatto strada attraverso i tunnel sotterranei. Era una visione che lasciava attoniti!
Vign. 5:
Dida.: Gli incursori indossavano una specie di lanciafiamme. Ma era gas ciò che fuoriusciva dalle bocchette che reggevano in mano. Coloro che mi tenevano prigioniero vennero dispersi e tutto quello che potei fare fu gridare e tossire mentre il gas mi avviluppava…
Vign. 6:
Dida.: Il mio ultimo ricordo prima di piombare al suolo è quello dell’ombrosa figura di uno degli invasori che incombeva su di me tra i vapori turbinanti…



Vign. 1:
Dida.: Mi risvegliai, inaspettatamente, in un soffice e confortevole letto. Mi sarei sentito benissimo se non avessi visto il cane, la volpe e l’orso al mio capezzale…
Ball. 1: Stupefacente! Un uomo… Un uomo vero!
Ball. 2: Fantastico!
Vign. 2:
Dida.: All’improvviso la porta della mia stanza venne spalancata da un grosso bulldog in uniforme militare. I miei ospiti saltarono sull’attenti quando entrò. Evidentemente li sopravanzava tutti in grado.
Ball. 1: Attenti!
Ball. 2: Riposo!
Vign. 3:
Dida.: Lo chiamarono generale… e si allontanarono rispettosamente quando richiese di lasciarci soli…
Ball. 1: Io… ritengo che le sia tutto di conforto, signore… Si sente meglio?
Ball. 2: Mi sono state prestate le cure migliori.
Vign. 4:
Ball. 1; E perché no? E’ come festeggiare il ritorno di un vecchio amico, giusto?
Ball. 2: Mi dica, generale…riguardo tutti questi combattimenti…
Vign. 5:
Ball. 1: Ahimè… I combattimenti!... Deve trovarlo triste. In ogni modo, il cane non combatte per soggiogare… Combatte per porre fine all’istinto naturale del nemico!
Vign. 6:
Ball. 1: In principio combattevamo contro tutti… Volpi, orsi, lupi! Ora, siamo alleati. Vede, è possibile sostituire la cooperazione al posto della paura e dell’odio!
Ball. 2: Forse può funzionare anche con i felini. Ma coi roditori, Io… io…
Vign. 7:
Dida.: Quella specie animale era differente e lui lo sapeva. Non solo crudele e perversa ma anche eccessivamente intelligente! Erano loro i grandi rivali. Alla fine, sarebbe stato il roditore contro l’intero regno animale!
Ball. 1: Sì. Saranno loro… o noi! Poi ci sarà pace per sempre.
Ball. 2: Penso che dovrei favorire la vittoria della vostra parte, generale!



Vign. 1:
Dida.: Intendevo proprio quello. La Terra sarebbe stata in buone mani con una vittoria della sua parte! Chiesi al generale di chiamare il capo dei suoi scienziati…
Ball. 1: Esatto! Voglio il direttore del dipartimento di fisica! Gli dica che il generale vorrebbe vederlo qui quanto prima!
Vig. 2:
Dida.: In presenza del generale e del suo principale esperto di fisica, scrissi quanto dovevo su un pezzo di carta.
Ball. 1: Qui ci sono la formula di base e la descrizione del processo… Ora tocca a voi!
Vign. 3:
Ball. 1: Non so se faccio bene a farlo! Vi lascio una pericolosa eredità e l’ultima testimonianza dell’uomo della sua fede in voi!
Vign. 4:
Ball. 1: E ora, darò un’ultima occhiata a questo mondo tramutato in un campo di battaglia e spero che voi non-umani svolgiate un lavoro migliore dell’uomo.
Vig. 5:
Dida.: Diedi il mio addio al generale e ai suoi colleghi. E lui si premurò che fossi ricondotto al luogo in cui ero apparso per la prima volta. Poi, rispettando il nostro accordo, fui lasciato da solo. Trassi fuori la macchina del tempo…
Ball. 1: Bene, torniamo al passato, Drake. Il tuo posto è tra gli uomini… anche se stanno per estinguersi!
Vign. 6:
Dida.: Entrai e presi posto ancora una volta davanti ai controlli…
Ball. 1: Mi chiedo se un altro uomo avrebbe dato loro la bomba atomica…
Vign. 7:
Ball. 1: Penso di sì! E’ meglio che il mondo vada ai cani che a una nidiata di astuti ratti!
Dida.: Lasciai che mi si disegnasse sul volto un sottile sorriso mentre il flusso temporale mi sospingeva nella mia corsa a capofitto alla conquista del mio destino… FINE.

martedì 8 febbraio 2011

Il vecchio che avanza

 disegno di fletcher hanks

Si leggono in giro le notizie più strane.
Si dice che più di un editore voglia proporre materiale datato, libero da diritti. Non è un prodotto semplice da vendere, oggi come oggi. Ha un potenziale di interesse per il lettore piuttosto basso, per almeno due ragioni: essendo libero da diritti e reperibile abbastanza facilmente in rete, chiunque può procurarselo senza spendere soldi; il materiale è davvero datato e, in alcuni casi, ha risentito mortalmente del tempo trascorso.
Ora, se hai questo proposito, devi confezionarlo in modo da riuscire a renderlo un prodotto unico, accattivante, un pezzo da collezione.
Un esempio riuscito? Guarda il lavoro fatto da Paul Karasik con l'opera ritrovata di quello strano fumettista che è stato Fletcher Hanks. La pubblicazione di Karasik per Fantagraphics ha vinto anche alcuni premi negli States, sia per l'importanza del ritrovamento storico, sia per la qualità dell'edizione. Ebbene, Karasik è riuscito a fare due libri in perfetto equilibrio tra cura filologica e prodotto pop, valorizzando al massimo quel materiale.

In Italia, invece, sembra si voglia valorizzarlo (?!) con fotocopia tradotta a fronte e prezzi di copertina non certo ridotti. Questo non è un giudizio preventivo, ma un suggerimento. Ripensarci è possibile. Pena un clamoroso buco nell'acqua.

Harry

domenica 6 dicembre 2009

Bottero "Krazy Kat"



Alcuni mesi fa ho parlato della nomina di Alessandro Bottero a Direttore Editoriale della Free Books. In quell’occasione ho espresso alcuni dubbi e preoccupazioni in merito allo stile e alle capacità imprenditoriali di Bottero che avrebbero dovuto rilanciare le attività della casa editrice romana.
Nel frattempo sono accadute due cose, una conseguenza dell’altra.
Primo fatto: Bottero e Cagliostro E-Press hanno aperto un nuovo sito di critica fumettistica, Fumetto d’Autore. Secondo fatto: Bottero ne è il responsabile editoriale e ha iniziato a scrivere editoriali a pioggia.
La nascita di un sito come Fumetto d’Autore, a leggere gli intenti espresse dai curatori, sembrava guidata dalla volontà di esprimere un nuovo punto di vista sul fumetto a tuttotondo, con un impianto più strettamente “giornalistico” e con un approccio culturale ben caratterizzato. Un approccio che potremmo vagamente definire cattolico, liberista e, per estensione, di “destra”. Il che rappresenterebbe una novità nel panorama della critica italiana, che ha la sua matrice in una cultura diversa, che per semplificazione chiamiamo di “sinistra”.
Purtroppo Bottero ha scambiato il ruolo di editorialista con quella di blogger attaccabrighe. Il contenuto dei suoi pezzi è spesso pieno di acredine, poco circostanziato, generico e riferito a fatti conosciuti solo a chi è in un certo giro di letture (di internet). A questo si aggiungano un paio di interventi goffamente promozionali delle proprie produzioni e di quelle di Cagliostro E-Press. Detto con chiarezza, se fossi un autore pubblicato da Bottero e dalla Cagliostro non sarei molto felice di essere rappresentato in quel modo. E si torna a Free Books.

Il tenore generale degli editoriali ha questo andamento: Bottero evidenzia un dato (più o meno oggettivo, spesso mal decodificato al lettore qualunque), per lo più rappresentante il punto di vista del sistema fumetto secondo lui. A quel punto inizia una sorta di goffa invettiva, che si riassume con un più o meno soddisfacente “voi non capite nulla”, “in questo modo il fumetto andrà a picco”, “vi insegno io come si fa”. Uno degli ultimi esempi ha per oggetto due produzioni Free Books, entrambi interessanti ma molto diverse per qualità editoriale e risultato: Krazy Kat e Steve Canyon.
Sono diverse perché se la prima è proposta in volumetti filologicamente curati e ben confezionati (in tutto simili all’edizione originale di Fantagraphics Books, che vanta la veste grafica di Chris Ware); la seconda ripropone l’edizione Checker Book Publishing di Steve Canyon, poco curata per veste editoriale, con le vignette rimontate e quindi non nel formato originariamente pensato dall’autore Caniff. Sono entrambi pezzi importanti di storia del fumetto statunitense e non dovrebbero mancare nelle librerie di nessuno, ma di Steve Canyon sarebbe auspicabile un’edizione diversa, molto più appetibile per gli estimatori del capolavoro di Caniff.


Nell’editoriale Bottero evidenzia il fatto che oggi pochi o nessuno parlano di queste opere, le leggono e danno loro la giusta rilevanza. Aggiungo che con un’acuta scorrettezza, non accenna al fatto che i due prodotti sono della casa editrice di cui è Direttore Editoriale, ma il punto non è questo.
Qualcuno ha notato una diversa capacità promozionale di questi prodotti da quando Bottero è a capo delle scelte della Free Books? No. La sua intelligenza gli suggerisce di lavorare sul senso di colpa degli sfortunati avventori di Fumetto d’Autore. "Mal per te, se non conosci, non leggi e non parli di queste due opere". Tutto qui. Nell'editoriale ha forse cercato di descriverne alcuni pregi? Di motivarne la validità? Nulla.
Purtroppo non è sufficiente. Krazy Kat e Steve Canyon sono lavori storici, non di immediata fruibilità, che scompaiono in visibilità dietro alle tante novità che affollano le librerie specializzate e generaliste. Sono opere che devono circolare supportate da azioni promozionali che hanno più a che fare con la diffusione di idee e di iniziative culturali nel territorio, che possono marcare la differenza in contesti dove si voglia parlare della storia ancora viva del fumetto. Perché se portare questi lavori in Italia è più che lodevole, saperli proporre e diffondere fa la differenza tra chi l’editore è capace di farlo e chi no. Tradurre e stampare è solo un pezzo del mestiere dell’editore. Quello forse meno importante, al giorno d’oggi. E non è attraverso il vittimismo, la superficialità e l’invettiva che si convincono i lettori a leggere i fumetti. Non è attraverso il senso di colpa, per quanto sia un meccanismo tecnicamente e tenacemente cattolico-governativo, quindi ben conosciuto da Bottero. Il dubbio è che opere di tale portata siano al di là delle capacità editoriali e imprenditoriali della Free Books e delle persone che la rappresentano.

Harry.

mercoledì 24 giugno 2009

Free Speech



A confronto di quanto succede negli Stati Uniti, nel mondo dell’editoria a fumetti italiana accadono davvero poche cose degne di nota a livello manageriale. Oddio, anche solo parlare di manageriale per il mondo del fumetto sembra inappropriato, quanto meno.
Ogni tanto, tuttavia, accade che una casa editrice nuova si proponga sul mercato, come Planeta De Agostini, e ne ribalti in parte gli equilibri. Oppure che una casa editrice piccola ma con grandi propositi (a parole), come la romana Free Books cambi direttore editoriale.
La notizia è questa, Alessandro Bottero sostituisce Andrea Materia alla guida editoriale di Free Books e inizia a rilasciare interviste. L’organo informativo più vicino a Free Books (o a Bottero?) sembra essere Mangaforever, un sito non sito di informazione non informazione che ha quanto meno un pregio, valorizzare per differenza la qualità di altri che si occupano di critica sui fumetti.
Ma il punto non è Mangaforever, il punto è Free Books e le dichiarazioni di Bottero.
L’uomo Bottero non lo conosco, da oltre oceano non appare. Le sue pubblicazioni indipendenti sono piccola cosa, per quanto le scelte spesso molto interessanti (Andy Watson, Stan Sakai, Steve Rude per citarne solo tre). Ma in suolo italico la sua voce è presente, sul catalogo Mega, in internet, in manifestazioni fieristiche. Non ha le idee chiare, ma le esprime sempre in modo diretto e deciso. Possiamo definirlo un pregio? Non so.

Il problema Free Books, in anni di pubblicazione, si può riassumere in una parola: inaffidabilità. Verso gli autori, pagati poco, pagati tardi, non pagati. Verso i negozianti di fumetti, poche informazioni, ritardi nelle uscite. Verso i lettori, serie interrotte, ritardi non giustificati nelle uscite, impermeabilità a critiche e commenti.

Fatto è che dall’intervista di Mangaforever Bottero sembra mantenere almeno un criterio, l’impermeabilità. Cerca di difendere l’indifendibile rispetto alla gestione passata, in un paradossale e inspiegabile atteggiamento che ha il sapore del mettere le mani avanti, e soprattutto scade nel più inutile e italietto qualunquismo: le altre case editrici fanno come Free Books, se non peggio, e quindi siamo giustificati.
I difetti di ragionamento sono evidenti. Il qualunquismo è un’aberrazione troppo comune e che disprezzo con tutto me stesso, soprattutto dove si colora di de-responsabilizzazione.

Free Books ha un parco testate importanti. Ne cito solo due, Age Of Bronze e Krazy Kat. Non ha ancora dimostrato professionalità, però. Quella qualità che si sposa con la serietà, con la trasparenza, con il mantenimento degli impegni e delle intenzioni.
Bottero avrebbe una grande opportunità, ovvero traghettare la casa editrice verso questa attesa professionalità. Ma servirebbe un atteggiamento diverso. La disponibilità al dialogo che sembra emergere dall’intervista su Mangaforever è inutile se non supportata da un’apertura autentica all’ascolto e dalla volontà di cambiare. A patto che lo stesso Bottero si riconosca e riconosca le qualità della professionalità e della serietà.
Un solo esempio a chiudere. Quando i librai specializzati fanno notare la poca comunicazione della casa editrice con loro in merito ai prodotti che propongono, toccano una nodo cruciale per la buona riuscita di un piano editoriale, ovvero la fiducia dell’ultimo, fondamentale anello della distribuzione. Una nuova progettualità deve partire da lì, da un nuovo rapporto con le fumetterie. Se non si capisce questo e ci si nasconde dietro al qualunquistico “tutti gli editori fanno schifo”, ecco, allora le possibilità di un salto di qualità reale non esistono. Anche perché lo stile delle esternazioni pubbliche di Bottero è evidente non solo ai librai, ma anche ai lettori, che sono quelli che, in definitiva, comprano il prodotto e permettono la sopravvivenza di una casa editrice.

Harry.



Tutti i testi di questo blog sono (c) di Harry Naybors, salvo dove diversamente indicato.
Puoi diffonderli a tuo piacere ma esplicitando sempre l'autore e/o la fonte.

La versione a fumetti di Harry è (c) di Daniel Clowes.