Alcuni mesi fa ho parlato della nomina di Alessandro Bottero a Direttore Editoriale della Free Books. In quell’occasione ho espresso alcuni dubbi e preoccupazioni in merito allo stile e alle capacità imprenditoriali di Bottero che avrebbero dovuto rilanciare le attività della casa editrice romana.
Nel frattempo sono accadute due cose, una conseguenza dell’altra.
Primo fatto: Bottero e Cagliostro E-Press hanno aperto un nuovo sito di critica fumettistica, Fumetto d’Autore. Secondo fatto: Bottero ne è il responsabile editoriale e ha iniziato a scrivere editoriali a pioggia.
La nascita di un sito come Fumetto d’Autore, a leggere gli intenti espresse dai curatori, sembrava guidata dalla volontà di esprimere un nuovo punto di vista sul fumetto a tuttotondo, con un impianto più strettamente “giornalistico” e con un approccio culturale ben caratterizzato. Un approccio che potremmo vagamente definire cattolico, liberista e, per estensione, di “destra”. Il che rappresenterebbe una novità nel panorama della critica italiana, che ha la sua matrice in una cultura diversa, che per semplificazione chiamiamo di “sinistra”.
Purtroppo Bottero ha scambiato il ruolo di editorialista con quella di blogger attaccabrighe. Il contenuto dei suoi pezzi è spesso pieno di acredine, poco circostanziato, generico e riferito a fatti conosciuti solo a chi è in un certo giro di letture (di internet). A questo si aggiungano un paio di interventi goffamente promozionali delle proprie produzioni e di quelle di Cagliostro E-Press. Detto con chiarezza, se fossi un autore pubblicato da Bottero e dalla Cagliostro non sarei molto felice di essere rappresentato in quel modo. E si torna a Free Books.
Il tenore generale degli editoriali ha questo andamento: Bottero evidenzia un dato (più o meno oggettivo, spesso mal decodificato al lettore qualunque), per lo più rappresentante il punto di vista del sistema fumetto secondo lui. A quel punto inizia una sorta di goffa invettiva, che si riassume con un più o meno soddisfacente “voi non capite nulla”, “in questo modo il fumetto andrà a picco”, “vi insegno io come si fa”. Uno degli ultimi esempi ha per oggetto due produzioni Free Books, entrambi interessanti ma molto diverse per qualità editoriale e risultato: Krazy Kat e Steve Canyon.
Sono diverse perché se la prima è proposta in volumetti filologicamente curati e ben confezionati (in tutto simili all’edizione originale di Fantagraphics Books, che vanta la veste grafica di Chris Ware); la seconda ripropone l’edizione Checker Book Publishing di Steve Canyon, poco curata per veste editoriale, con le vignette rimontate e quindi non nel formato originariamente pensato dall’autore Caniff. Sono entrambi pezzi importanti di storia del fumetto statunitense e non dovrebbero mancare nelle librerie di nessuno, ma di Steve Canyon sarebbe auspicabile un’edizione diversa, molto più appetibile per gli estimatori del capolavoro di Caniff.
Nell’editoriale Bottero evidenzia il fatto che oggi pochi o nessuno parlano di queste opere, le leggono e danno loro la giusta rilevanza. Aggiungo che con un’acuta scorrettezza, non accenna al fatto che i due prodotti sono della casa editrice di cui è Direttore Editoriale, ma il punto non è questo.
Qualcuno ha notato una diversa capacità promozionale di questi prodotti da quando Bottero è a capo delle scelte della Free Books? No. La sua intelligenza gli suggerisce di lavorare sul senso di colpa degli sfortunati avventori di Fumetto d’Autore. "Mal per te, se non conosci, non leggi e non parli di queste due opere". Tutto qui. Nell'editoriale ha forse cercato di descriverne alcuni pregi? Di motivarne la validità? Nulla.
Purtroppo non è sufficiente. Krazy Kat e Steve Canyon sono lavori storici, non di immediata fruibilità, che scompaiono in visibilità dietro alle tante novità che affollano le librerie specializzate e generaliste. Sono opere che devono circolare supportate da azioni promozionali che hanno più a che fare con la diffusione di idee e di iniziative culturali nel territorio, che possono marcare la differenza in contesti dove si voglia parlare della storia ancora viva del fumetto. Perché se portare questi lavori in Italia è più che lodevole, saperli proporre e diffondere fa la differenza tra chi l’editore è capace di farlo e chi no. Tradurre e stampare è solo un pezzo del mestiere dell’editore. Quello forse meno importante, al giorno d’oggi. E non è attraverso il vittimismo, la superficialità e l’invettiva che si convincono i lettori a leggere i fumetti. Non è attraverso il senso di colpa, per quanto sia un meccanismo tecnicamente e tenacemente cattolico-governativo, quindi ben conosciuto da Bottero. Il dubbio è che opere di tale portata siano al di là delle capacità editoriali e imprenditoriali della Free Books e delle persone che la rappresentano.
Harry.
Non so quanto è legato alla tua riflessione però ci provo:
RispondiEliminaPremessa, ho 30 anni e son cresciuto a pane e Marvel, e solo ora ritengo di avere la giusta "testa" per affrontare certe opere e autori in maniera approfondita.
Steve Canyon l'ho scoperto grazie ad una lezione gratuita fatta da Giuseppe Palumbo qui a Pisa, dove ha preso e smontato l'intero primo episodio del personaggio e mostrato come esempio di arte sequenziale.
Ora, io non ho mai frequentato scuole di fumetto ecc. ma non so quanti professori si rifanno ad autori così classici e opere così poco conosciute dai giovani per insegnare questo mestiere, però è stata un ottime idea, perchè da siti o cataloghi vari, mai mi sarebbe venuta voglia di leggere un Steve Canyon.
C'è voluto una spinta forte e concreta, quindi forse capisco il tuo discorso.
Un fatto da aggiungere, Harry.
RispondiEliminaLe proposte editoriali di Free Books erano spesso brutte (ne parlo al passato perché ho smesso di comprarle e non so quale sia lo stato attuale).
I primi volumi di Krazy Kat erano tradotti male e prodotti su materiali che brutalizzavano il lavoro di Ware. Vivo nel terzo millennio, approssimo un po' d'inglese, ho un accesso internet, una carta di credito e un indirizzo cui spedire dei pacchi.
Perché parlarne come se l'acquisto di quella triste edizione italiana sia una delle possibilità da tenere nel novero?
Polemico: ci si dimentica che i volumi editi vanno anche promossi e fatti conoscere (anche tenendo duro nel tempo e perseverando); ci si dimentica che "fare l'editore" non è un imperativo del medico!; ci si dimentica che bisogna fare le cose con qualità e che la qualità si paga (e, alla distanza, paga); ci si dimentica che "non si fanno le nozze con i fichi secchi".
RispondiEliminapolemic smok! ;)
l'etichettatura politica mi sembra inconsistente. ci sono buone intenzioni, leggendo le recensioni. ma c'è anche una prosa che andrebbe spesso completamente rivista. al di là dei conflitti d'interesse, mi sembra più un sito compilativo che innovativo.
RispondiEliminaè tutta passione.
ingenua, ma passione
;-)
e l'eccezione sollevata da paolo dimostra lo sguardo ingenuo un po' di tutti.
e anche qui lo dico con simpatia
;-)
@ micgin: non volevo dare etichettature politiche, ma un'idea dell'approccio culturale/ideologico che non mi sembra affatto lontana dal vero. alcuni editoriali sono più che espliciti. certo, è una semplificazione, ma non era il punto centrale del post. "ingenua passione" cosa vorrebbe dire? è un'excusatio? non mi è chiaro cosa intendi.
RispondiElimina@ paolo: non sono in possesso di un volume free books di krazy kat. mi è capitato in mano tempo fa. l'ho sfogliato. uno sguardo veloce che mi aveva dato un'impressione. mi spiace sinceramente che le cose non stiano come mi sembravano. quindi qui si fa un passo indietro. non dare per scontato neppure la stampa, la cura editoriale.
@ smoky: ciao! quel che voglio sottolineare non è una generica critica a come viene fatta editoria nel mondo del fumetto. ma un preciso approccio, ben esplicitato dagli interventi di bottero: VITTIMISMO EDITORIALE senza imprenditorialità.
@ giò: il tuo esempio è perfetto. sintentizza in modo chiaro cosa intendo nell'articolo. grazie.
harry.
aggiugno due cose:
RispondiEliminaqualcun altro può confermare il giudizio negativo di paolo su krazy kat? non che metta in dubbio le sue parole, ma mi interessava capire meglio soprattutto l'aspetto traduzioni. non è banale tradurre k.k. tutt'altro. pollice verso?
@ micgin: per l'esperienza che ha bottero nel settore, l'ingenuità non è esattamente la prima cosa che ci si aspetterebbe. no? tuo giudizio su k.k.?
harry
Questo articolo non fa una grinza. Da quando è alla Free Books, non è cambiato niente nella promozione di Steve Canyon e questi sopravvive grazie a un passaparola. Mi chiedo per quanto, però.
RispondiEliminaSu fumetto d'autore: sito davvero pessimo, creato solo per livore nei confronti di un altro, e non serve dire a chi mi riferisco. Gli editoriali di Bottero poi sono dei veri e propri deliri.
diciamo che se si fa un prodotto di nicchia destinato a un pubblico piuttosto esigente è necessario farlo bene. non è il caso dei lavori in questione. La qualità di stampa e le traduzioni sono la prima cosa, ma anche il formato è importante. Ad esempio la ristampa di Spirit, per certi versi molto curata, è comunque proposta in un formato sbagliato che opprime un po' il lavoro di Eisner, il segno poi mi sembra che in fase di stampa sia stato ingrossato e che di conseguenza si siano perse certe sottigliezze del tratto. è probabile che sia un problema anche della versione americana, non so ...poi sia chiaro, non ho accesso alle matrici originali di Eisner per poter fare un confronto, ho semplicemente confrontato questa nuova edizione con i due vecchi volumi comic art e sono rimasto perplesso...sembrano due mani diverse.
RispondiEliminaNon parliamo poi di Lizard che ha spesso fatto e continua a fare scempio del lavoro di Pratt rimontando, tagliando e sopprimendo arbitrariamente vignette o intere sequenze per uniformare le varie storie di Corto, pubblicate negli anni in formati e riviste diverse, in un unica gabbia strutturale.
insomma...non è un problema solo di Free Books.
@harry: la traduzione è pessima, fidati. Lo so che confrontarsi con i fratelli cavallone è arduo per tutti, ma se lo fai hai dei doveri.
RispondiElimina@Emanuele: L'edizione Kappa degli archivi di Spirit è conforme - ne sono convinto, ma non ho potuto fare confronti: ho a casa solo quella USA - a quella DC. Sembrano due mani diverse perché probabilmente lo sono (spirit era prodotto in studio) o perché stai confrontando storie di periodi diversi. L'edizione che preferisco (tra quelle che conosco) è quella in bianco e nero dei volumoni kitchen sink, ma non è cronologica (ne ho uno con tutte le storie di PGell e uno con il ciclo dell'outer space sceneggiato da feiffer e disegnato da wally wood).
I lavori di Pratt sono stati tagliati e rimontati con lui vivo e consenziente.
@Paolo: ovviamente ho confrontato le stesse storie (lo so bene che Eisner si avvalse di vari collaboratori ecc ) e resto dell'opinione che si potesse fare di meglio. Riguardo poi i rimontaggi della lizard non sapevo fossero stati fatti con il consenso dell'autore...ma ne sei sicuro? perché Pratt fonda Lizard nel '94 e muore l'anno successivo...come ha fatto ad approvare anche i lavori usciti dopo la sua morte?
RispondiElimina(te lo chiedo perché l'argomento mi interessa e vorrei capire, nessuna polemica)
Tra l'altro l'anno scorso Lizard fece uscire uno splendido "Mu" in formato orizzontale (che riproduceva il formato a striscia usato da Pratt), mi era piaciuta molto l'idea e mi dispiace che non abbia avuto un seguito.
prova
RispondiEliminadifficoltà nel posteggio...
RispondiEliminakrazy kat della free press non metterà mai piede a casa mia. non posso dire sulla traduzione, ma carta e stampa sono indegni.
l'ingenuità (ma anche per certi aspetti genuinità) botteriana sta nella sua rielaborazione tutta personale di ciò che vede e sente. non c'è metodo, ma c'è il suo modo di essere nel mondo del fumetto. A parte la prosa, a tratti autocaricaturale, non è molto diverso da altri. Anzi, in questo nuovo sito tenta di proporre un menù equilibrato. Ma troppo volutamente equilibrato.
In generale buona parte degli attori in circolazione non hanno competenze, o capacità, o visioni di futuro. Preferisco Bottero a certi altri ipocriti. E non entro nel merito dei conflitti d'interesse segnalati. Anche se, onestamente, sono ben poca cosa rispetto a quelli dell'attuale sistema editoriale-distributivo...
Scusa, Emanuele, non volevo essere insultante su eisner. A volte il maestrino della minchia ha il sopravvento.
RispondiEliminaNon sono uno storico prattiano, però ho la sensazione che Pratt dell'integrità del fumetto se ne fregasse. Non sono neanche capace di recuperare le fonti degli esempi che vado a citare (letti in giro qua e là negli anni).
Stufo di disegnare la faccia di kirk, Pratt si era fatto fare i timbrini da stampare sul corpo del sergente.
La ballata nasce in caduta libera e senza avere chiaro in mente il progetto del grande romanzo corale antesignano del graphic novel.
Pratt lavorava su mezza pagina e il rimontaggio non lo infastidiva. La mia prima edizione dei racconti di Corto è una serie di volumetti bompiani che pubblicavano le mezze pagine in orizzontale e, una volta su due, alternate rispetto alla pagina intera.
I contributi di Fuga e Vianello sono visibilissimi nei lavori di Pratt.
E ricordo pure che qualcuno mi aveva raccontato che Pratt fosse daccordo col rimontaggio per i tascabili (ma, siccome non ricordo né chi né quando, l'info ha veramente poco valore).
Lizard ha pubblicato (e continua a ristampare) delle edizioni tascabili di Pratt rimontate. Non mi piacciono e non le compro. Però si tratta di un caso ben diverso da quello di Krazy Kat o del mio amato Kurtzman brutalizzato da Planeta De Agostini. Per il semplice fatto che si tratta di un'edizione economica e ce ne sono altre (più o meno costose) che propongono il lavoro integro (e non c'è neanche il casino della traduzione con Pratt). Più o meno integro. Penso alla recente edizione dell'estate indiana. Ci sono vignette censurate. Censure sciocche e risibili (confrontala con l'edizione fabbri o con quella pubblicata a puntate su corto maltese). E Manara è vivo. E Lizard ha appena mandato in libreria le 110 pillole di magnus con immagini che fanno sembrare manara un'educanda.
Come mai?
Bottero e Cagliostro ePress hanno fondato il sito Fumetto d'Autore come risposta a Comicus?
RispondiEliminaBenvenga... almeno è chiaro che si tratta di un sito collegato a quella casa editrice, non come Comicus che da un po' è il sito/forum mascherato della Planeta (cavolo, quando vai lì non sai mai se stai parlando con un semplice utente, con l'admin del sito, col traduttore Planeta, col revisore del lettering Planeta, col piccolo editore che ogni post fa lo spottone ai suoi prodotti... ed è sempre la stessa persona)
A quando una bella inchiesta del "giornalismo fumettistico" sul fenomeno del piede in due (o tre, quattro, cento) scarpe da parte degli addetti ai lavori?
Insomma, Comicus com'è adesso non ce lo meritiamo, secondo me.
Unodipassaggio
@Unodipassaggio
RispondiElimina"A quando una bella inchiesta del "giornalismo fumettistico" sul fenomeno del piede in due (o tre, quattro, cento) scarpe da parte degli addetti ai lavori?"
scusa ma mi è scappato da ridere... ma abbiamo presente il Paease in cui viviamo? Ai conflitti d'interesse, quelli veri, quelli seri? Ma chi è che in Italia campa facendo SOLO fumetti? pochi, molto pochi... Chi in Italia (ma forse nel mondo) campa facendo SOLO critica sul Fumetto? Credo quasi nessuno... inoltre, credo che a volte si sopravalutino certi fenomeni, pensando che questo o quel sito, questo o quel forum abbiano chissà quale peso, chissà quale valore o impatto... invece...
@smoky man
RispondiEliminacerto che ho presente il paese in cui viviamo. Ma parlare di conflitti di interesse "seri" è corretto fino ad un certo punto.
Perchè non ci vuol niente a dire che berlusconi-mediaset è una cosa e che panini-pan distribuzione o comicus-planeta è un'altra.
Il fatto è che la cosa ormai è talmente accettata che non la notiamo nemmeno più. E chi la cosa la fa notare è il solito rompicoglioni.
Ovvio che in Italia col fumetto non ci si campi, ma questo non incide sulla correttezza delle persone.
Se uno scrive da moderatore/amministratore di un forum, e poi scopro che è pure traduttore/editore/commerciante ecc... cacchio, c'è qualcosa che non va, perchè almeno devi rendere palese il tuo ruolo all'interno del mondo del fumetto.
Poi quando parlo di giornalismo fumettistico mi riferisco ad un certo modo di intendere il parlare di fumetti, non ad una professione.
Ovvio che col fumetto in Italia ci campino a malapena gli autori, figurarsi gli altri... ma un'inchiesta seria sul mondo del fumetto in italia io devo ancora leggerla, e sì che ce ne sarebbe da parlare... non ultima la querelle Comicus vs. Ciccarelli sul destino di Andrea Rivi (un sito che riporta ogni rumor o scoreggia che riguardi Marvel, DC o Steekatzy Publishing che mi viene a raccontare che la notizia non è degna di tal nome... ma per piacere)
quello sopra sono io
RispondiEliminaunodipassaggio
Un approccio che potremmo vagamente definire cattolico, liberista e, per estensione, di “destra”.
RispondiEliminaIl liberismo è una teroria economica, non so quanto possa essere attinente alla critica fumettistica.
Detto questo è vero che gran parte dei recensori sono di orientamento politico sinistrorso, o almeno danno quell'impressione.
E ora mi sono rotto di questa storia di Ciccarelli e Rivi.
RispondiEliminaLa "policy aziendale" di Comicus è di non rispondere a provocazioni gratuite. Ma quando è troppo è troppo.
Sia chiaro che parlo a Titolo Personale.
Allora, quando uscì la voce (detta da Ciccarelli) che Rivi stava abbandonando la Panini io era la prima volta che ne sentivo parlare. Inoltre non mi pareva una grande notizia. Non abbiamo praticamente mai parlato di cambi al vertice (tranne un paio di casi eclatanti, a memoria mi pare Materia e Bottero) e decisamente mai di cambi in ruoli "minori" quale era quello di Rivi (tutt'altra storia sarebbe stato l'abbandono di Lupoi: per fare un esempio americano se abbandona Quesada ne parliamo, se abbandona Breevort chissene frega). L'unica eccezione che mi ricordo (ma potrei sbagliarmi) è l'uscita di Fornaroli che SAPEVAMO avrebbe fondato qualcosa di importante (GP).
Su Rivi, almeno personalmente, brancolavo nel buio. Inoltre non rispondeva alle sollecitazioni (blande, perchè lo ripeto, non ci pareva una grossa news) su chiarimenti. Uscì poi una smentita. Quindi non dettimo la news. (Col senno di poi, a quanto pare, la smentita arrivò perchè NON era ancora stato ufficializzato il tutto e c'erano margini per tornare indietro).
Mesi dopo (MESI) la notizia si è avverata. O meglio, si è avverata la profezia di Ciccarelli. Ma siccome Comicus non si occupa di profezie, e dato che l'unica fonte che ci aveva parlato dell'abbandono di Rivi era Ciccarelli che ha sempre ammesso il suo astio verso Rivi, capirete perché non ce ne occupammo quando c'erano le voci.
Dato il caos che s'era creato all'epoca delle voci, quando la news si è verificata ne abbiamo parlato, altrimenti non mi avrebbe fatto né caldo né freddo.
Basta, questo era quanto volevo dire, prima che 'sta storia di Rivi diventi una Leggenda Urbana priva di verità di fondo.
Saluti
Riccardo Galardini
@uno di passaggio:"Ovvio che con il fumetto in Italia ci campano a malapena gli autori..."
RispondiEliminaSi vede che sei di passaggio, perchè in Italia gli autori campano di fumetti solo in alcune realtà molto grandi (bonelli, disney... e basta direi) e anche in quei casi sono sempre quelli pagati peggio, in particolare in rapporto al lavoro che fanno, che dovrebbe essere il motore fondante dell'azienda.
Tutti gli autori di fumetti che conosco fannno anche altro: insegnano, insegnano fumetti, lavorano per la pubblicità, illustrano libri scolastici, vivono del buon cuore dei famigliari, e spesso tutte queste cose contemporaneamente.
"Che è successo papà?"
"Niente... uno de passaggio. Namo a comprà le scarpe."
Giorgio Trinchero
Si vabbè, adesso parliamo già di leggenda metropolitana...
RispondiEliminaSe Brevoort se ne va dalla Marvel su Comicus esce di sicuro.
Poi per dirla tutta, il giornalismo partendo dalle voci riesce anche a scovare le notizie.
Anche se Ciccarelli ha il dente avvelenato con Rivi, questo non dovrebbe essere un freno all'indagine da parte di un sito che fa "informazione". Anzi, a dirla tutta dovrebbe spronare a vedere se c'è qualcosa di vero sotto e farne magari un pezzo informativo.
Poi per carità, capisco si tratti di un sito amatoriale che però è servito a molti per spiccare il volo verso uno o più editori, e allora mi viene il dubbio che non si vogliano pestare i piedi a quelli che un giorno, non si sa mai, potrebbero anche essere i futuri datori di lavoro.
Ah, un'altro pettegolezzo di Ciccarelli è che i Kappa Boys stiano per lasciare la GP Publishing.
io ve l'ho detto, poi magari Ciccarelli ha il dente avvelenato pure con loro, chissà...
@Giorgio Trinchero
bella la citazione di Mario Brega.
Dovevo essere più drastico: in Italia col fumetto ci campano solo in Disney e in Bonelli
@ paolo: se quello che dici di pratt è vero (e lo è), è uno scempio al contrario pensare a come viene proposto steve canyon, che pensava la storia in funzione degli spazi e dei tempi che aveva a disposizione. Negli USA è appena stata completata la ristampa integrale e filologica di terry. Speriamo che accada anche per canyon.
RispondiElimina@ micgin: onestamente, e con rispetto, sono stanco delle caricature nel mondo del fumetto. sono stanco dell’acredine, del bisogno di attaccare qualcuno piuttosto che sviluppare un proprio percorso coerente. Visto da fuori, cioè al di fuori delle logiche competitive, dell’autoreferenzialità, dell’ammorbamento, è tutto molto sterile e grottesco. I problemi che esistono andrebbero affrontati differentemente, e differente dovrebbe essere l’attenzione imprenditoriale degli editori.
@ unodipassaggio: vero, fumetto d’autore dichiara da subito la sua “origine” e la sua “commistione” con l’attività editoriale. Ma, vedi, questo non è un grosso problema, di principio. Lo stesso viene fatto in altri ambiti, altre nazioni, e con buone dimostrazioni di serietà e coerenza. Nel fumetto l’esempio più eclatante è il comics journal e la fantagraphics. Ora, se mi chiamo groth e dirigo una casa editrice e una rivista di critica, e ho un’idea molto forte e chiara del fumetto, è naturale che ci sia sinergia tra le due attività. Altrimenti c’è schizofrenia. Questo non mi preoccupa. E infatti il mio post non critica nello specifico l’impostazione del sito. Ma la qualità degli interventi (in parte minore) e soprattutto l’idea di attività editoriale che passa implicitamente. Lo ripeto, VITTIMISMO EDITORIALE. E, aggiungo, molta faziosità.
@ skalda: io credo che non sia indifferente il proprio punto di vista sul mondo economico, sui meccanismi di mercato e, per estensione, sul modo di concepire la funzione dei meccanismi economici nelle attività editoriali. Per cui, anche quello ha importanza nello sviluppo di un ragionamento critico su un mezzo di comunicazione.
A proposito, infine, della querelle con comicus, che dire? Fare giornalismo di inchiesta è molto diverso da sviluppare un discorso di critica sul fumetto. sono due temi che possono sviluppare sinergie, ma non necessariamente l’una vuole l’altra. Il problema di comicus, a mio avviso, non è la promiscuità dei collaboratori, né la poca trasparenza, né il fatto di sottovalutare alcune notizie. Il problema è la ridotta capacità di analisi e di approfondimento generale sul medium fumetto. Ma è un parere del tutto personale. E mi piace che le lacune negli spazi di critica siano da sprono per altri per mettersi nella mischia e lavorarci su. Ma è madornale riproporre specularmente gli stessi errori. Servirebbe più riflessione e consapevolezza.
Harry
X Uno di Passaggio: l'uscita dell'editor Alex Alonso (o era un altro?) dalla Marvel non l'abbiamo data, tanto per fare un esempio.
RispondiEliminaMa vedo che è stata anche saltata una parte fondamentale del mio discorso. Fatemela ripetere in due punti:
1) Le nostre domande (che abbiamo fatto, seppur blandamente, dato che non ce ne interessava granchè) non hanno ricevuto alcuna risposta. E dato che Rivi è una persona schiva non è che abbiamo pensato a chissà quale complotto, semplicemente non ha risposto.
2) Andate a rileggervi il topic sul forum su Comicus. Arrivò una smentita del rumor (altrettanto indiretta quanto il rumor stesso, ma non per questo meno valida dato che veniva, se non ricordo male, da uno che aveva parlato con Rivi).
A quel punto che notizia dovevamo dare? Che "Ciccarelli ha detto che Rivi se ne va, ma un altro che ci ha parlato dice di no"? All'epoca dei fatti la news che Rivi se ne andasse non ci interessava (e l'abbiamo detto) figurarsi una voce smentita da un altra voce.
Se si vuole travisare ancora le mie parole fate pure, non ho molto altro da aggiungere.
X Harry: niente contro di te e contro il tuo blog che, personalmente, seguo con attenzione. I tuoi spunti, anche quando sono polemici, sono sempre interessanti e le critiche, si, sono sempre uno spunto per migliorarsi.
Si, ho capito che Rivi non abbia risposto alle sollecitazioni, poi però mi ritrovo una sua intervista sull'argomento sul sito Lo Spazio Bianco...
RispondiEliminaVoglio dire, siete tutti nello stesso campo, avete contatti, agganci, conoscenze; così come le cose le sapeva Ciccarelli (perchè col senno di poi non si tratta più di un pettegolezzo) le poteva sapere chiunque bazzicasse il mondo del fumetto da addetto ai lavori. E una ritrosia di Rivi a parlare dell'argomento non esaurisce l'argomento stesso.
Poi ok, punti di vista e io sono rompicoglioni, e magari la notizia non data non cambia di una virgola la percezione delle cose, ma per chi sa guardare al di là del momento magari le analisi da fare non sarebbero mancate. La querelle con protagonisti Panini/Pan distribuzioni e il loro conflitto d'interessi è una questione mai analizzata a fondo da nessun sito di fumetti, che io ricordi... eppure non mi dite che è una cosa abbastanza grossa.
Comunque, se i Kappa Boys se ne stanno andando da GP Publishing, sarebbe bello poterne leggere su qualche sito.
Ciccarelli la cosa l'ha detta nel suo blog, ma siccome non è Recchioni, la cosa ha avuto poca eco... vedremo.
unodipassaggio
ma poi, sapere se uno va di la, va di qua, ora lavora per quello, poi dirige quell'altro, sono cose da tenere di conto, ma mica così interessanti.
RispondiEliminainteressante era il discorso sulla critica, che manca in Italia, che manca così tanto da farmi venire periodicamente la voglia di coinvolgere alcune voci e organizzare un sito di critica vero, di analisi approfondite, senza scuse tipo "siamo lettori che esprimo i loro gusti", no, io vorrei un sito di tecnici, di analisti, che sezionino le opere e ne restituiscano i resti maciullati, ma mangiabili. Appetitosi, se possibile.
Poi di solito mi sveglio tutto sudato e lascio perdere.
Harry, da quando ti ha segnalato Plazzi, passo di qui spesso. Mi sembri una voce interessante. E poi mi piace come gestisci i commenti, con eleganza.
Sappi che sono sempre in attesa di nuove recensioni, nuove analisi.
Ne ho bisogno. Aiutatemi.
Giorgio Trinchero
ottimo articolo, belli ed interessanti i commenti.
RispondiEliminaalcune mie impressioni:
-che comicus sia il forum della planeta è tutto da dimostrare. Che sia uno dei forum più completi ed interessanti che ci siano su internet, invece, è un dato di fatto. Certo: su alcuni "pezzi" arriva tardi, il caso Rivi e forse emblematico: andava comunque trattato. Ma, da qui a metterli in croce (di questi tempi, poi :D), ce ne passa;
-articolo di bottero: è il solito bottero, che sparla del sistema anche su mega, solitamente prendendo di mira le fumetterie che non rischiano sui (suoi, guardacaso) fumetti, che valgono sempre più di quello che vendono. Un dato di fatto che posso dare, è che ho krazy cat e steve canyon in negozio, ma che -prenotazioni degli abbonati a parte- NON SI VENDONO. Steve Canyon, se non erro, l'ho in gran parte "fatto fuori" svendendolo al 50% dopo anni che era fermo. La filosofia di certi editori è che i "bei" (secondo chi, poi?) fumetti, basti stamparli, che poi si venderebbero da soli. Fermo restando che i "bei fumetti" non sono solo quelli che hanno 50-70 o 80 anni, ma ce ne sono molti anche recenti, la PROMOZIONE è sempre necessaria. E la promozione è in primis dell'editore e del distributore, mentre a me sembra che tutto il sistema si basi sui soldi delle fumetterie, che pagano i cataloghi e finanziano tutto il sistema... Sbaglio?
ps: bella la citazione da Borotalco!
Francesco Settembre (fumetteria Antani Comics)
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RispondiEliminaintanto grazie a tutti per i feedback positivi.
RispondiEliminail fatto è che non ci possiamo mica nascondere dietro ai fili d'erba.
ci sono molti problemi nella catena dal produttore al lettore. e ognuno di essi meriterebbe approfondimenti.
qualcuno ha la responsabilità più grossa?
non so.
gli autori sono responsabili della loro creatività e voce... ma anche della capacità di promuoversi, avere una dimensione che sappia andare oltre la singola opera.
gli editori sono responsabili di tante, troppe cose per riuscire, loro, a farle tutte (sarebbe segno di maturità che manca), dalla capacità di seguire e crescere talenti, a saper valorizzare un'opera nel tempo, a creare cultura (perché no?!) e sviluppare sinergie. al pagare le prestazioni il giusto compenso nel giusto tempo!
la distribuzione ha la responsabilità della reperibilità dei prodotti, ma incide e non poco sui costi (e i margini).
i negozianti devono saper vendere i loro prodotti, ma prima devono saper scegliere e proporre ai lettori. ne ho già parlato un po'.
e i lettori? qual è il ruolo del lettore? ne parlerò.
siamo anche, tutti lettori, no?
harry.
Piace anche a me poco nascondermi dietro i fili d'erba (non so chi l'ha detta, ma mi sembrava una bella espressione).
RispondiEliminaCaso Rivi o come lo volete chiamare: il punto nodale è che ComicUs è proprietà di Marco Rizzo (che se ne è tirato fuori è una balla: a voglia come hanno fumato le caselle di posta elettronica x le sue mail quando è scoppiato il caso) e Marco Rizzo è un dipendente BD e BD è roba di Andrea Rivi.
Su Comicus non ne hanno parlato principalmente per questo motivo (meglio: prima, chi dello staff di Comicus, tra cui Rizzo, sapeva se ne è stato zitto. E, sono d'accordo, molti di Comicus sono solo dei ragazzi che amano leggere i fumetti e quindi non sapevano un tubo. Però poi, quando io ho tirato fuori la cosa sul forum, gli stessi che prima stavano zitti, poi si sono attivati x mettere tutto a tacere e, in questo, con la complicità –più o meno palese– di Ettore Gabrielli de Lo Spazio Bianco che, pur sapendo che io avevo detto la verità -come gli aveva confermato Rivi–, ha preferito dire in pubblico che io mentivo e che Rivi era ancora al suo posto. Sono scelte. Scelte del cazzo, ma scelte).
Comunque sia, Giorgio Messina (sì, il complice del famigerato sito botteriano Fumetto D'autore) mi ha fatto delle domande. Una di queste riguarda Rivi e il suo caso.
Lì trovate il mio punto di vista sull'argomento.
Lì, cioè qui: http://www.fumettodautore.com/magazine/autori-e-anteprime/428-andrea-g-ciccarelli-dietro-la-maschera-da-saldatore-batte-il-cuore-di-editore
Kappa fuori da GP: è un po' come il caso Rivi. Ma sto aspettando che qualcuno dica "eh, ma questa è una cosa che a noi lettori interessa poco". Volete che non ci sia qualcuno che lo dirà?
Bottero, Messina e il loro sito: Fumetto d'autore sarebbe "catto-fascio" in contrapposizione a una sinistra rappresentata da –azzardo– Comicus e LSP?
Ma fatemi il piacere.
Sono di sinistra, raderei al suolo il Vaticano e mi fa piacere confrontarmi con Giorgio Messina, tanto che ho accettato volentieri il suo invito a farmi intervistare per Fumetto d'Autore (che so diretto da Bottero).
Sono "catto-fascio" pure io?
Bottero, Messina e il loro sito (bis): trovo abbastanza inutili gli editoriali di Bottero, su Fumetto d'Autore come su Mega (come dissi più volte a Daniel Mancino), ma da qui a condannarli ne passa.
Meglio: sono inutili nella misura in cui, dal piano dell'ideale, ci si cala in quello del reale e, su quel piano lì, molti dei ragionamenti portati avanti da Bottero fanno fatica ad essere leggibili in quello che lui fa (come editore e come direttore responsabile, anche se terrei ben distinte le due cose).
La mia impressione è che, in molti (e mi ci metto anche io che sul mio blog questa cosa l'ho resa palese un paio di volte), facciamo ragionamenti del tipo "se io fossi…".
Non sono ragionamenti sbagliati (di solito) ma, se poi qualcuno dice "sì, bravo a parlare. Ma perché allora non lo fai?", l'unica cosa sensata che si può rispondere è che il gioco del "se io fossi…" è gratis mentre per farle le cose, per quello servono i capitali.
Una volta chiarito questo, ci si può concentrare sul merito di quello che ognuno dice e scegliere cosa vale e cosa no.
:) CIC!
ciao cic.
RispondiEliminaintendiamoci perché mi sembra di essere stato frainteso.
il sito fumetto d'autore può avere l'approccio "ideologico" e culturale che vuole, e non mi è mai interessato commentarlo di per sé. anzi, una pluralità di punti di vista è auspicabile.
il mio intervento era nel merito di politiche editoriali e stili.
e figuriamoci se uno che si fa intervistare anche, chessò, dall'intervistatore più di destra che ci sia (e non è questo il caso), diventa anche lui di destra?! ma che sciocchezza è?
:)
che ognuno dialoghi con chi vuole. le considerazioni si fanno in baso a quello che uno dice e comunica e fa, no?
harry.
Ok chiaro.
RispondiEliminaMa, parlando di Fumetto d'Autore scrivi: "Un approccio che potremmo vagamente definire cattolico, liberista e, per estensione, di “destra”. Il che rappresenterebbe una novità nel panorama della critica italiana, che ha la sua matrice in una cultura diversa, che per semplificazione chiamiamo di “sinistra”."
È questa distinzione politica che non capisco.
La critica che esprime FdA (e non entro nel merito della qualità) è sempre all'interno del panorama della critica italiana e credo che non abbia nessuna contrapposizione di matrice politica con il panorama critico attuale.
I curatori del sito hanno fatto questa distinzione?
Basta l'editoriale di Bottero (= la Ministronza e Don Zauker sono boatine che vendono e strappano applausi alla gente solo xché dicono che le fasciste e i preti sono dei depravati) per definire FdA espressione di una critica "catto-fascista"?
Di più: nel panorama critico attuale c'è Fumo di China che, se vogliamo vedere quello che dici tu, è roba ACLI, ergo punto di vista cattolico. Quindi, x stare al tuo ragionamento, già in linea con FdA.
:) CIC!
Ah, scusa. Mi ero dimenticato una cosa per Riccardo Gallardini.
RispondiElimina"Voci" un cazzo!
Se intendi che quello che sapevo (e dicevo) lo sapevo perché lo avevo ascoltato da qualcuno (ma molti più di uno) e non avevo, che so?, una copia di un fax su carta intestata Panini in cui si diceva "Rivi è fuori", allora sì, erano voci.
Altrimenti erano cronache di cose già successe che buona parte degli addetti ai lavori sapeva già e diceva in giro tranquillamente.
Di più: cose che alla verifica di qualcuno che ha avuto voglia di farlo (Lo spazio bianco) si sono rivelate vere.
Sul commentare che fosse addirittura una profezia (una profezia???) poi, guardate, sorvolo che è meglio.
:) CIC!
cic, io uso le parole con molta attenzione e non piace giocare con le parole o le idee. sono molto concreto e chiaro.
RispondiEliminanon ho mai usato la parola fascista.
e nel complesso gli editoriali di bottero esprimono molto chiaramente la volontà di distanziarsi da autori e critici di "sinistra". in più di un'occasione.
di per sé questo non lo giudico né un male né un bene. ma è un dato di fatto.
per cui non giochiamoci su. e soprattutto, credo che discuterne sia ben poco interessante.
harry
Di destra per me, oggi, in italia, è poco differente da fascista.
RispondiEliminaCmq tu hai scritto di destra, non fascista.
Specifica giusta.
E concordo che discuterne è poco interessante.
Più interessante sarebbe capire se Bottero si distanzia da certi autori e critici perché sono di sinistra o perché non gli piace o non condivide quello che scrive e disegnano e basta.
Cioè, che Bottero sia cattolico e, in quanto tale, conservatore (che per me i cattolici progressisti sono un invenzione dei nostri tempi malati come la destra non fascista) non mi sembra che sia mai stato in dubbio.
Ma è sulla base di "chi non la pensa come me non vale un cazzo" che Bottero critica Spataro e Don Zauker (meglio: che critica chi fa di questi due libri un successo)?
O lo fa sulla base di altro?
Perché è di nuovo nascondersi dietro un filo d'erba non voler vedere e ammettere che certe idee di mondo hanno come unico obiettivo quello di riconfermare se stesse e, in base a ciò (che è il loro obiettivo primario), plaudono ACRITICAMENTE tutto ciò che le celebra e le esalta.
:) CIC!
ps: ma –curiosità– chi è oggi, in Italia, il critico fumettistico che, nella sua critica fumettistica fa emergere il suo essere di sinistra? Presentatemelo, vi prego. Lo voglio conoscere.
ma poi Bottero, è anche un omaccione simpatico, ma continuare a parlarne come se fosse vero, secondo me non fa bene a nessuno.
RispondiEliminaDai, non è vero, è un personaggio inventato.
E' una figura così, come babbo natale, come il presidente del consiglio, non sono figure che possono esistere.
E come dice Pippo, se non può esistere, non esiste.
Non importa che abbia una casa editrice, che scriva sul web, e men che meno è probante il vederlo alle fiere.
Io a Lucca ho visto Batman, ma mica esiste davvero.
@ cic: l'essere di sinistra cosa significa, dal punto di vista critico? una sensibilià specifica? uno sguardo particolare? una chiave di lettura ben chiara? credo che ci siano critici "di sinistra", intelligentemente di "sinistra". non beceri. non pretestuosi. si tratta di leggere in giro con molta attenzione.
RispondiEliminaa proposito di:
"Ma è sulla base di "chi non la pensa come me non vale un cazzo" che Bottero critica Spataro e Don Zauker (meglio: che critica chi fa di questi due libri un successo)?
O lo fa sulla base di altro?"
dico: ammesso che a bottero non piace cosa viene detto da altri, rispondere con "specchio riflesso senza ritorno", e nello specifico di spataro, con un editoriale strampalato che non ha consistenza, è davvero inutile. inefficace. dove sono gli strumenti di analisi?!
quando mai, per essere un fumetto di successo nel mondo attuale del fumetto si deve insultare una ministra, pensare che la chiesa è una merda, ecc. ecc.? chiediamolo a gipi che ha un successo prolungato e non basato su un falso, presunto scandalo. o a qualche altro autore che di successi ne ha incamerati nel tempo.
@ senility: bottero esiste. il suo pensiero anche. e ha una sensibilità e un atteggiamento piuttosto presente, comune, al giorno d'oggi.
no?
harry.
Harry, non si può (ancora) pensare che "fatto bene" equivalga "di sinistra". Mi piacerebbe che fosse così, ma non lo è.
RispondiEliminaForse a livello ideale l'equivalenza vale, ma vale per me che sono di sinistra. Per uno di destra, vale la stessa cosa.
Se poi invece rimaniamo al livello squisitamente politico, destra e sinistra si stanno da anni spartendo equamente il monopolio del "pensato e fatto a cazzo di cane".
Per la questione del "successo editoriale", il tuo è un sillogismo imperfetto: non tutti i fumetti di successo parlano male della Chiesa e danno addosso allo scandaloso governo attuale, (anche se Gipi, triste a dirsi, è diventato famoso solo quando l'ufficio stampa di Coconino -o di Internazionale– è riuscito a farlo intervistare in TV da Daria Bignarsi) ma alcuni fumetti che parlano male della Chiesa e danno addosso allo scandaloso Governo attuale, nonostante siano poco più di divertissment, hanno successo di pubblico (e questo ci starebbe) ma anche di critica (e questo ci sta di meno).
E perché?
Perché chi non ha coraggio di dire "cacca" (che magari da piccolo lo ha detto e si è preso delle sberle) a volte ha un sacco di piacere a sentirlo dire da qualcun altro (che così la coscienza è pulita e a posto).
E questo non ha niente a che fare con destra e sinistra.
È psicologia spicciola che però non credo vada molto aldilà della realtà dei fatti.
:) CIC!
(…ma ti pare che mi tocca finire a difendere Bottero?)
RispondiElimina:-) CIC!
@cic: mai detto che fatto da "sinistra" equivalga a fatto bene. mai. e non lo penso. penso che fatto bene da "destra" possa essere altrettando interessante. magari non condivisibile, ma interessante.
RispondiEliminaciò detto, "fatto bene" non riguarda il caso di fumetto d'autore, finora. in particolare non degli editoriali di bottero, come evidenzia anche nell'ultimo, appena uscito, nel quale non comprende che se si genera confusione in merito a editoriale/blog, è solo colpa sua.
e poi... esprime tutto quel che pensa sul contradditorio. ma chiuderei qui la discussione. non ci siamo detto tutto?
harry
Per un attimo avevo visto comparire Marco Rizzo. Ma purtroppo è scomparso.
RispondiElimina:-) CIC!
L'articolo è interessante, e condivisibile nelle sue conclusioni. E anche la discussione seguente...l'unica cosa che volevo aggiungere è che l'edizione italiana di kk non è affatto tradotta male, almeno secondo me (non ho più le due edizioni sotto mano, per poter fare degli esempi concreti...ma se fossi proprio interessato quando ritorno dai miei le potrei pure recuperare). Sono d'accordo invece sul discorso di una bassa qualità dei materiali, che almeno si riflette in un prezzo contenuto...certo, visto il prodotto di nicchia, non mi sembra una scelta molto lungimirante. Comunque tant'è.
RispondiEliminaPer il resto, l'edizione Checker è quella che è...non è paragonabile a quella Fantagraphics. In ogni modo i volumi successivi di Steve Canyon della Free Books mostrano un miglioramento, e negli ultimi (oddio, il 9 ancora l'ho solo sfogliato) si raggiunge decisamente la sufficienza (la qualità di stampa è buona, il lettering è migliorato, le domenicali non sono più rimontate). Anche se il formato resta penalizzante.
In generale i due fumetti, ma questo è vero soprattutto per quanto riguarda KK, sono abbastanza difficili da tradurre, quindi chi approssima un po' di inglese a mio parere perde molto di quello che sta leggendo.
Riguardo al lavoro fatto anche da molte altre case editrici (anche dotate di grandi mezzi), secondo me la Lizard/Rizzoli sta facendo veramente un pessimo lavoro su molte opere di Pratt: dire, come fanno anche loro, che lo stesso Pratt era favorevole ai rimontaggi e ne aveva autorizzati personalmente alcuni, non ha molto senso. Pratt a suo tempo avrà valutato volta per volta. Ma molti rimontaggi sono successivi alla sua morte, come già altri hanno fatto notare...in più, tagliare pezzi di vignette e/o ingrandirne alcune rispetto alle altre forse non si può neanche chiamare rimontaggio. E delle storie di Corto Maltese neanche molte edizioni deluxe ormai sono reperibili nel formato originario: se le vuoi in italiano devi comprarle sul mercato dell'antiquariato a prezzi folli. Io me le sono andate a comprare in Francia, alla fine (Casterman stampa e traduce bene, se può interessare :) ).Poi comunque altre cose di Pratt sono invece stampate benissimo, tipo il recente Sandokan...In ogni caso, la Lizard ha brutalizzato molto di più Pratt di quando la Free Books non abbia fatto con Krazy Kat.