giovedì 28 gennaio 2010

Mater Morbi 2, invettiva

foto di recchioni dal blog di paola barbato


Nel difetto genetico del fumetto c’è l’invisibilità mediatica.
Migliaia di pagine all’anno passano inosservate e sottotraccia rispetto al gioco delle parti dell’informazione e della cultura nazionale. In Italia, il fumetto non ha distinzioni di genere, di cittadinanza, di umori, di gusto, di politica, di colore. È invisibile.

Come sappiamo, non c’è ingegneria genetica che possa porvi rimedio.
Il populismo finto-informativo non sa come cogliere, strumentalizzare, sodomizzare e metabolizzare l’immaginario a fumetti. Disney è l’oppio dei bimbi, Bonelli è l’avventura reazionaria di sinistra, Diabolik una necessaria evasione antieroica e antierotica, Winx è indotto, e tutto il resto, manga, supereroi, graphic novel, art comics, ecc. sono derive inutili(zzabili).
Il fumetto è corresponsabile. Spesso troppo vecchio rispetto alla giovane età anagrafica, nei meccanismi commerciali, nel modo di pensarlo e concepirlo in relazione al quotidiano. Distante.

Alcune eccezioni riguardano gli amori. Se un autore piace, provoca emozioni forti a qualcuno che ha uno spazio mediatico, può avere una luce, un occhio di bue sulla nuca per qualche minuto. Come Gipi con Bignardi.

Altre eccezioni riguardano le vendite. Se un fumetto diventa di successo, evidentemente inatteso, può diventare costume. Ed ecco che può spuntare nei giornali, da dietro le pieghe delle frasi. Come Dylan Dog.
Ma negli ultimi anni, difficilmente il giornalismo si è occupato di Dylan (nemmeno quello specializzato ne ha più molta voglia), se non in occasione di una nuova campagna animalista. Perché Dylan è ormai parte delle abitudini italiane, come un difetto sociale. E come la cultura italiana, negli anni peggiora. E non ha più nulla da smuovere o comunicare.

Poi accade che Roberto Recchioni scriva Mater Morbi, che tocchi un tema come la malattia, che lo faccia in modo diretto, intelligente, per quanto solo parzialmente efficace, e che faccia esprimere al suo John Dog alcuni pensieri. Pensare è lecito?
Pensare è creare mondi che possono essere usati in vari modi.
Ed ecco che John Dog può essere strumentalizzato.
La distrofia critica dei giornalisti che vivono in trincea la vita delle notizie li costringe, loro malgrado o no, a cercare come accattoni pensieri, idee, mondi che rafforzino il loro ruolo, le loro ideologie, il loro mandato socialmente futile che è, sempre più, quello di lanciare la palla nell’arena politica che tutto sodomizza.
La domanda all’ordine del giorno è se John Dog sia o no un ideologo dell’eutanasia. Persona(ggio) di cartapesta, il suo punto di vista è più importante di quello di Recchioni (burattinaio ingenuo o fomentatore in erbe?) e soprattutto di quello che la vita vera suggerisce.
A onor del vero, la vicenda si chiude anche bene, nel momento in cui un ministro che ministra senza stronza ammette di non aver letto il fumetto, prima di commentare, ci ripensa, lo legge e ne tesse le lodi. Una correttezza che fa il paio con il partito dell’Amore del nuovo millennio.

Tutto questo mi suggerisce:
- che gli autori di fumetti sono inutili, soggettivamente parlando
- che i personaggi di fumetti hanno valore iconografico quando vengono strumentalizzati e sodomizzati
- che Bonelli avrà un picco di vendite eccezionale, e lo avrà per le ragioni sbagliate, ma che importa
- che l'invisibilità del fumetto è utile e necessaria a tutti (altrimenti non avremmo potuto leggere serenamente Preacher di Garth Ennis)
- che Recchioni ha colto nel segno, forse al di là delle sue previsioni, quando ha compreso alcuni semplici ma efficaci meccanismi di rimbalzo mediatico e mimetico e ha deciso, anni addietro, di offrirsi al gioco della rock star kiss-anal, e nella querelle in questione si muove da maestro
- che non c’è distinzione tra cultura di massa ed elite, tra popolare e autoriale inteso come valore di merito, tra cultura alta e cultura bassa, perché l’inutile e l’utile si abbracciano suadenti come John Dog con Mater Morbi
- che la grande livella, prima della morte, è l’informazione coatta dell’a-morale politica

Di questo, si dovrebbe essere consapevoli per ripensare a una funzione sociale del fumetto. Nelle idee e nelle azioni.
L’intelligenza e la buona fede non bastano, per quanto rare.

Harry

15 commenti:

  1. Avessi avuto il tempo, non avrei potuto scriverlo meglio. :)
    Con massima stima! Meno male che c'è Harry! ;)

    smok!

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  2. Detto fuori dai denti: i culi li bacia qualcuno che ti è caro.
    Poi possiamo tornare a parlare civilmente.

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  3. @ smoky: grazie. dobbiamo parlare! :)

    @ rrobe: oddio, per chi piace l'anal non è che baciare i culi sia male... parliamo civilmente, che non era mia intenzione offenderti.

    harry

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  4. Aldilà della roba di John Dog (che è un tripudio di incoerenza da parte tua visto che da una parte chiedi "voci" e dall'altra te ne lamenti), sostanzialmente, concordo con te.
    Per quanto possa essermela gestita più o meno bene, ho trovato tutta questa storia abbastanza avvilente.
    Forse diventerà un primo passo per riuscire a portare l'attenzione dove mi piacerebbe portarla ma ne dubito.

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  5. quella di john dog è una provocazione.
    esprime la propria voce non vuol dire raccontare sempre la stessa storia.
    non è questo che hai fatto con mater morbi... forse. ma il rischio è presente. io l'ho avvertita, questa sensazione. e in quanto tale, la rimando.

    per il resto, reputo che, visto come hai studiato sclavi, visto come conosci dylan e visto come ti piace giocare con le sovrastrutture narrative, credo che potresti il miglior interprete del personaggio in questi anni. di un personaggio, però, è bene dirlo, assolutamente spento, esausto. e la storia di bilotta lo conferma appieno.
    ma questo vuol anche dire uscire da john doe, che come hai detto ne è in parte "figlio".

    per il resto, tornare a un dylan dog che parla delle paure della nostra quotidianità sarebbe la sfida più importante da affrontare oggi.
    se è questo che hai in mente, in bocca al lupo!

    harry

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  6. Io quello che ti contesto è che aldilà di alcuni elementi di forma (come le entità metafisiche fatte umane), Mater Morbi proprio non sarebbe mai potuta essere una storia di JD. E' una storia nerissima e ben poco ironica. JD è una serie scanzonata. Che poi, i punti di contatto che ravvisi sono curiosamente quelli per cui JD è molto debitore a Dylan.

    Poi, se mi vuoi dire che il protagonista di Mater Morbi poteva essere Dylan come chiunque altro, io ti dico che è una critica che posso anche accettare. Chiunque altro, ma non JD.

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  7. Quanto a quello che mi piacerebbe fare con Dylan... scrivere albi interessanti (nel bene o nel male). E per me la parola"interessante" ha parecchie sfumature.

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  8. se per interessanti intendi qualcosa di non meccanico, come invece ci capita di leggere spessissimo su dylan, ben venga.

    per john dog, non ho la presunzione di convincere nessuno. è solo una mia sensazione. magari errata.

    solo che dalla prima lettura una domanda mi gira per la testa. quanto conta nei tanti apprezzamenti che hai ricevuto la conoscenza dei lettori dei tuoi problemi di salute (espressi anche nell'intro al fumetto)? ovvero, l'effetto "grande fratello" della fusione tra fiction e vita può essere uno degli elementi che ha generato così tanto entusiasmo?
    se, chessò, un medda o chi vuoi avesse scritto una storia identica (per assurdo), l'effetto sarebbe stato lo stesso?
    si, ragionare per assurdo aiuta poco...

    harry

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  9. Bella domanda. Me la chiedo da quando è uscito l'albo.
    Però mi faccio la stessa domanda sin da ragazzino a proposito di "Pompeo". O dei libri di K. Dick, Miller, Celine, Dostojevskj, Bukowski e di qualsiasi autore abbia contaminato, in maniera evidente, la sua opera con la sua vita.
    Ma il dibattito sulla separazione tra l'autore e l'opera non ce lo siamo certo inventati noi.

    Detto questo: io non penso che Mater Morbi sia la cosa miglioreche ho scritto. Probabilmente non capirai perché ma io, in quella casella, per il momento ci metto i primi tre episodi di David Murphy 911 (il quarto no, l'ho cannato). Però penso che Mater Morbi sia la storia sicuramente la storia più personale (per quanto, per altri versi, è personale pure 911).
    Se poi tutta l'operazione sia stata condotta con cinismo o onestà, spetta a chi legge stabilirlo.
    Forse è stata pensata con cinismo e scritta con onestà.

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  10. Dai ragazzi, non scherziamo, io mica lo sapevo che Fedor era completamente fuori di testa quando ho letto i Demoni. Ma quel libro è una miniera infità di storie eccezionali, come vuoi che possa influenzare la vita di un russo vissuto 150 anni fa la lettura di un capolavoro?
    è come dire che in effetti, in quella scena del ciclope ci siamo tanto emozionati perchè Omero era ceco.

    Qui è l'inverso, le tue produzioni cartacee sono propaggini di quella che è l'attività in cui eccelli: gestire un blog (che seguo sempre con piacere).

    I lettori di DD sono più o meno 200.000.
    Quanti di loro pensi si siano accorti che hai scritto tu quell'albo?
    Quanti dei lettori di DD pensate si siano accorti della polemica sui giornali?
    Chi scrive commenti positivi sul tuo blog sono un numero statisticamente irrilevante.
    per 190.000 dei suoi letori DD è semplicemnte una roba che prendevano da ragazzini e che ogni tanto annusano per sentire se la carta è sempre quella.
    Per tutti loro Carnevale è appena iniziato.

    Giorgio Trinchero

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  11. Per Giorgio: sta scritto nei redazionali dell'albo dei miei impicci.

    Quanto al resto: il conoscevo la vita di Dostojeskj prima di leggere la sua opera. Comunque ripeto, la polemica sulla scissione tra autore e opera è vecchia come il mondo e persone ben più serie di noi ci sono rotte le corna.

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  12. e io che ho sempre pensato che omero fosse greco...

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  13. davide: li per li non capivo, poi ho riletto il mio commento e ho iniziato a ridere da solo come un pirla...

    come sto Omero? ...è greco.

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  14. :-) si scherza ovviamente...
    errore veniale ma mi è scappata la battuta...

    i connazionali di nedved non se ne avranno a male...

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  15. un tempo scoprire informazioni sullo stato di salute di fedor sarebbe stato più complesso, in particolare per i suoi contemporanei russi.

    oggi, sempre più, l'uomo, l'autore e il personaggio si confondono, e le storie ne fanno parte. warren ellis questo lo sa ed è un maestro.
    è possibile scindere ellis da quel che scrive?
    da qui, forse, la sempre maggiore confusione tra le idee di un personaggio e quelle di un suo autore.

    la sfida è quanto la storia possa vivere di vita propria a prescindere dal contesto grande fratello. ché il contesto si perde, e recupera attraverso stratificazioni successive, valide o meno.

    harry

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