lunedì 1 giugno 2009

Invocazione


Autoritratto di Seth, particolare (c) Seth


Ricordatelo, ogni tanto: in un fumetto, quello che il vostro occhio interpreta sono solo segni e forme bidimensionali. Ricordatelo e provate a pensare a quale meccanismo ideativo e psicologico traduce tali segni in contenuti tridimensionali, in oggetti ed eventi reali, in significato ed emozioni.
Pensate alla facilità con la quale la mente ricompone tutto, attraverso un processo di sintesi dinamica, dà direzione a un movimento (temporale e spaziale) inesistente. Con quale facilità e quale arditezza immaginativa.
Ricordatelo bene, signori autori, potrebbe aiutarvi a fare più attenzione ai particolari e ai contenuti di ogni singola tavola che realizzate. Semplificate, senza banalizzare. I simboli hanno bisogno di spazio e meno sono “realistici” e “fotografici” e più sono evocativi. Cercate modalità nuove, non laceranti o estreme, ma inedite. Cercate il gioco della scoperta mentre scrivete e disegnate, sorprendetevi voi per primi. Non lasciate che il mestiere impoverisca le vostre menti prima delle vostre opere.
Solo così i lettori saranno felici e voi godrete della vostra stessa felicità.
Ricordatelo: il fumetto è simbolo.


Harry

5 commenti:

  1. E' "anche" simbolo.
    Esiste un fumetto, un buon fumetto aggiungerei, che al segno ha preferito il disegno.
    Non sempre il simbolo è un simbolo forte. Spesso, se la mano e la mente di chi lo traccia è debole, il simbolo sarà vuoto o anemico.
    Mentre talune volte, quando la mano di chi disegna è forte, il disegno sarà più potente e diretto.
    Mettiamola così: per me Liberatore gli mena a David B.

    RispondiElimina
  2. Vero.

    Condivido. Però la scelta di valorizzare il disegno più che il segno deve essere consapevole e non meccanica. Non meccanizzata dal processo produttivo, o dall'abitudine.
    Cosa che accade troppo spesso.

    Ah, ovviamente a Liberatore preferisco David B.

    Harry.

    RispondiElimina
  3. Dimenticavo.

    Anche il disegno è tutto un costrutto di simboli. Che hanno una maggiore attinenza con il reale, ma che nascono dalla capacità di schematizzare e di rappresentare del disegnatore. Per questo, anche in un contesto "realistico" la scelta di cosa e come mettere in scena ha infinite possibilità. E troppe volte si vedono scelte realizzate in modo automatico e senza una vera funzione narrativa.

    Harry

    RispondiElimina
  4. Beh, no.
    Se no non avrei sentito il bisogno di scrivere un'invocazione... !

    E mica ne sono felice!

    Harry.

    RispondiElimina



Tutti i testi di questo blog sono (c) di Harry Naybors, salvo dove diversamente indicato.
Puoi diffonderli a tuo piacere ma esplicitando sempre l'autore e/o la fonte.

La versione a fumetti di Harry è (c) di Daniel Clowes.