sabato 11 settembre 2010

Per sempre X-Men



Ora, io non è che ci capisco molto sai?
Non sono mai stato un detrattore di Chirs Claremont per il semplice fatto che sono salito a bordo con l'ottimo e drammatico ciclo de La Caduta dei Mutanti, seguito dall'oscura e innovativa lunga avventura in Australia (con i disegni di un giovane Marc Silvestri, ricordi?). E nel giro di pochi mesi ebbi la fortuna di recuperare la saga di Fenice Nera, con il fondamentale contributo di John Byrne. Insomma, mi sono goduto il meglio negli anni giusti. Recuperando il recuperabile, e apprezzando con gli occhiali giusti le innovazioni di Jim Lee prima della diaspora Image Comics.

Posso dire che Claremont mi ha sempre coinvolto e annoiato, allo stesso tempo. Mi piacevano le sue trame, mi piaceva l'idea che aveva di evoluzione dei personaggi e delle storie. Trovavo spesso noiose nell'insieme le sue sceneggiature.
So però che dopo di lui, gli X-Men sono diventati una sorta di parodia. Il lungo ciclo di Lodbell è stato... lungo. Solo Morrison ha saputo offrire un punto di vista originale e a tratti convincente.
Oggi per me, gli X-Men sono per sempre morti. Non mi riesce di leggerne nemmeno una tavola. Persino il "ragazzo" d'oro Ed Brubaker ha dato il peggio. Ovvio, idee e impianti vecchi, immobili da decenni.

Che dire quindi del ritorno di Claremont agli X-Men interrotti negli anni novanta, nel progetto X-Men Forever? Che l'idea sarebbe interessante se non fosse fuori tempo massimo. Che lo sceneggiatore è ormai incapace di innovarsi stilisticamente. Che le sensazioni nelle sceneggiature sono sempre meno giuste.
Eppure, di queste nuove vecchie storie, nostalgia a parte, qualcosa si salva. Forse, la decisione di rimettere tutto in discussione e di voler sorprendere il lettore di nuovo. Naturalmente, da un punto di vista strettamente soap-operistico, e non certo concettuale (come fece invece Morrison).

Non so se consigliartelo. So che se rimpiangesti l'allontanamento di Claremont dalla Marvel anni fa, allora forse hai una piccola vena giusta per comprendere queste storie e, boh, divertiti un po'?
Altrimenti, dimentica gli X-Men. Forever.

Harry

2 commenti:

  1. Li dimenticherò. Dopo anni e anni di abbonamento in casella agli X-men ho detto basta (ormai era solo un irrazionale nostalgico rito).
    Io ho iniziato a leggerli nelle raccolte dove c'erano appunto le storie di Byrne e Silvestri. Adesso proprio non so cosa siano diventati. Concordo che Morrison abbia dato un po' di smalto ed energia nuove (a me è piaciuto anche il ciclo di Whedon, anche se non ha innovato come Morrison), ma adesso proprio devo dire "addio", un po' a malincuore (solo un po').

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  2. Silvestri inchiostrato da Dan Green nell'ultima parte della sua run sugli XMen e nel corso di quasi tutta quella su Wolverine era divertente, veloce, interessante. Il pistolero che estrae la pistola e spara senza mirare, d'istinto. Qualcosa rimane nella prima mini di Cyberforce. Poi si è autoipnotizzato per seguire il mood dei cartoonist che ha lanciato -Michael Turner, David Finch e Philip Tan, tanto per fare qualche nome - e si è imposto lo stile che ha sfoggiato in Darkness et similia.
    Se tanti ma tanti hanno seguito Uncanny XMen nella seconda metà degli eighties è anche perchè quelle 13/14 uscite all'anno
    ( bimonthly in summer ! ) potevano contare sulle manine di Silvestri , Rick Leonardi ( che meglio di lì fece solo nello Spiderman 2099 di cui era anche cocreatore ) ed il jolly, ogni tanto, BWS. Senza nulla togliere a X-Chris, sia chiaro.

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