mercoledì 1 settembre 2010

Berlusconi non sa...

Altre posizioni di autori della casa editrice in merito al tema Mondadori. Tutte in modo diverso contrarie alla posizione di Mancuso.
Riporto alcuni passaggi:

Anche Saviano, diciamocelo, è un prodotto che nasce dall’officina Mondadori. E se c’è un uomo distante dal mondo della cultura, quello è Silvio Berlusconi. Non saprà nemmeno di possedere Einaudi.



Quando scrissi il libro nessuna casa editrice lo volle pubblicare, né Rizzoli né Einaudi. Si fece viva la Mondadori che pubblicò il libro senza modificare neanche una virgola di un testo che in alcuni passaggi è durissimo contro i provvedimenti della politica sulla giustizia. Un esempio tangibile di liberalismo.

Ci sono case editrici che per tradizione e libertà delle persone hanno resistito bene alla proprietà nelle mani di un presidente che sappiamo non arretrare di fronte a nulla per il proprio interesse personale, a partire dall'acquisizione truffaldina dell'azienda. Resistere con loro significa aiutarli anziché complicare le cose, naturalmente senza deflettere di un millimetro dalle proprie posizioni avverse al berlusconismo.

Premesso che la legge ad aziendam è un fatto gravissimo, è uno dei tanti contro cui stiamo combattendo dall'interno. Penso che a tutti noi sembri una porcata e ci sto anche, a sentirmi un po' male a lavorare lì, ma dovrebbe sentirsi male tutta l'Italia per aver votato quell'uomo e il conflitto di interessi che si porta dietro.


Il male politico finanziario e la libertà culturale procedono su due binari distinti, evidentemente.
Il che fa riflettere e chiedere cosa sia Mondadori per Berlusconi e viceversa.
Per inciso, ricordo che Berlusconi impedì a Einaudi di pubblicare la raccolta di testi dal blog di Saramago perché apertamente contro il premier italiano.
Chiusa la parentesi politica?

Harry

13 commenti:

  1. Le parentesi si aprono e si chiudono, certo. Ma poi si riaprono e si richiudono ancora, se serve.
    Spesso serve, eccome. ;-)

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  2. Qualcuno può spiegarmi cosa intendano per "combattere dall'interno"? Probabilmente, mi sfugge qualcosa.

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  3. Questo è un intervento che ho richiesto io a Massimo Roccaforte, fondatore di NdA, la più grossa realtà di distribuzione indipendente in Italia. E non mi aspettavo che la pensasse così:

    http://www.globalproject.info/it/produzioni/NdA-distribuzione-indipendente-sul-caso-Mondadori/5652

    In fondo all'articolo ci sono i link ad altri contributi con diverse opinioni. A me diverte ed è piaciuto quello di Luca Casarini:

    http://www.globalproject.info/it/in_movimento/-cerano-uno-scrittoreun-editore-e-la-lotta-di-classe/5607

    baci,
    c.

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  4. io non vorrei sembrare che, ma il fatto di condonare buona parte di una consistente evasione fiscale aziendale è una prassi consolidata: considerando i tempi giuridici, e le molteplici possibilità di muovere il denaro ad alti livelli, ci sta che per avere 100 milioni di euro lo stato debba aspettare 20 anni, e non prendere poi niente perché l'azienda nel frattempo dichiara fallimento (non è il caso della Mondadori, ma è un caso possibile) si preferisce prendere quello che si può subito, e via.
    A me sembra una procedura realistica, e stranamente pragmatica, considerando la burocrazia italiana.

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  5. "A me sembra una procedura realistica, e stranamente pragmatica, considerando la burocrazia italiana."

    a me sembra un invito all'evasione invece...

    manca comunque la citazione più bella, a mio modo di vedere:

    "Siate coerenti e boicottateci. L’importante è che non ci rompiate più le balle."

    dei wu ming.
    estrapolata da un pistolotto di duemila righe che trovate qui

    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=1176

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  6. quante chiacchiere sti scrittori... il problema è che in fondo al loro cuore gli bruacia da matti far fare i soldi a Berlusconi.

    Wu Ming compresi, dei quali peraltro ho amato moltissimo Manituana.

    Poi vabbè, il fatto di chiedere ai lettori di boicottare è rovesciare il loro problema di coscienza sugli acquirenti, cosa squallidissima e bastarda a mio modo di vedere.

    Ecco un interessante pezzo sull'argomento del giornalista (Mucchio Selvaggio) Massimo del Papa, tratto dal suo blog:

    http://babysnakesfuordipagina.splinder.com/post/23202014

    è un pezzo lunghetto, ma molto stuzzicante, soprattutto riguardo le giustificazioni degli autori :D

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  7. Io credo che Berlusconi come imprenditore, e quindi anche come editore, guarda ai risultati economici delle sue aziende e se l’antiberlusconismo rende denaro in TV (mediaset) o nell’editoria (Mondadori-Einaudi)lui non fa una piega, non è liberale è capitalista!

    p.s.: in ogni caso in Mondadori egli ha degli anticorpi grossi come una… Vespa!

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  8. berlusconi vende tutto ciò che può sotto lo stretto vincolo del mantenimento del suo potere.
    Se pubblica libri di un noto giornalista di sinistra, lui sa a che target si sta rivolgendo:
    gente che non lo vota e che non lo voterebbe mai, lo sa perchè conosce l'importanza dei sondaggi.
    L'importante è non vendere nulla che gli faccia cambiare in peggio le cose, pubblicare libri "scomodi" per persone che tanto non lo voteranno mai non fa danno, anzi fa profitto.

    Se ha il carattere che penso credo che questo meccanismo lo diverta molto, di sicuro se ne vanterà. Probabilmente lo farei anch'io.
    Avendo un considerevole monopolio sull'informazione si può permettere di essere liberale fin dove gli conviene a lui, con chi gli pare a lui.

    Detto questo, se io fossi un autore sotto contratto con la mondadori non credo che cambierei. Dando per scontato che il contratto mondadori sia il più vantaggioso in giro, ovviamente.
    Avrei qualche dubbio, magari se messo sotto pressione (tutti gli altri se ne vanno...) sarei costretto a cambiare per salvare la faccia, ma in linea di massima resterei, magari vendendomi qualche buona scusa per non sentirmi in colpa (e ce ne sono parecchie).
    Però quello che non farei sarebbe andare in giro a giustificarmi, a parlare di lotta dall'interno, del liberismo, del passato glorioso, di mondadori buono e mondadori cattivo.
    Anzitutto mi sentirei stupido, è una posizione tanto strana che sarebbe facile essere fraintesi anche se si è in completa buona fede. E, cosa non da poco, sarebbero fatti miei. Di cosa mi doveri giustificare, e soprattutto con chi?
    Mi giustifico davanti ai lettori per perderne di meno? squallido.
    Mi giustifico perchè sento di dovermi giustificare? Vuol dire che in fondo non sono proprio convinto di quello che sto facendo.



    (comunque il 5% sulla cifra evasa non è "condonare buona parte", è condonare tutto)

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  9. @ claudio: spunti interessanti. non so però se mantenere le posizioni oggi come oggi equivalga a salvaguardare "l’autonomia del mercato e della produzione editoriale". è un'autonomia che esiste realimente o che è già in qualche modo "avviluppata"?

    concordo poi sul concetto di invito all'evasione e sul concetto di boicottaggio come modo di spostare il problema sulla coscienza del lettore.

    harry

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  10. "cosa non da poco, sarebbero fatti miei. Di cosa mi doveri giustificare, e soprattutto con chi?"

    di fare soldi con un'azienda che deruba il popolo italiano di circa 400 milioni di euro, soldi senza i quali lo stato chiude scuole e ospedali. Ecco di cosa. Ma per chi non vuol vedere oltre il proprio naso, è naturale dire che sono fatti propri.

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  11. @amaryllide

    Hai ragione, ma sarai d'accordo che separare il giudizio sulla propria vita privata e quella lavorativa è una pratica piuttosto diffusa (certo non per questo raccomandabile).
    Basta lavorare in qualche ramo di una qualche multinazionale per avere la propria fetta di responsabilità dei peggiori mali commessi al mondo.
    Però al broker mica gliele andiamo a rinfacciare queste responsabilità, perchè allo scrittore si? Perchè fa un lavoro intellettuale che rende vano commmettendo una scelta lavorativa incoerente? Secondo me non lo rende vano, dimostra di essere un uomo come molti, con le proprie contraddizioni.
    Io se avessi l'opportunità, per dire, di entrare nella Philip Morris non so se rifiuterei. E loro non evadono le tasse, fanno i morti.
    Non so cosa farei, ma so che non vado a rinfacciare a tutti gli impiegati che lavorano per degli assassini legalizzati, nè vorrei sentire le loro giustificazioni a riguardo.
    Mi sentirei ipocrita, SOPRATTUTTO se dopo le mie manifestazioni di sdegno uscissi a comprarmi un pacchetto di marlboro :)

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  12. Però al broker mica gliele andiamo a rinfacciare queste responsabilità, perchè allo scrittore si?

    E il broker, il giorno prima di andare a ritirare lo stipendio, salisse sulla scalinata della banca che gli dà lavoro e dicesse che è una minaccia per la democrazia e che bisogna buttarla giù con ogni mezzo?

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  13. si si, pog, sono stato poco chiaro, ma che sia vergognoso che in questo paese esista un meccanismo burocratico e giudiziario tale da permettere l'evasione a questi livelli, io lo davo per scontato.

    per il resto mi accodo a Pog: se sono anni che dividi il bottino con un ladro, perchè dovresti preoccuparti dell'ultimo colpo andato bene?
    Che in funzione dei soldi "risparmiati" dal'azienda chiedano contratti più vantaggiosi, e non ci rompano i coglioni con giustificazioni ridicole e non rompano i coglioni al capo con polemiche ipocrite fino al midollo.
    Scrittori, vi piacciono i soldi?
    E teneteveli!

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