lunedì 12 luglio 2010

Letture distratte



Sono un lettore del cazzo, uno qualunque. Ancora, sono un lettore distratto. Pendolo giornalmente avanti e indietro per un lavoro che sopporto a stento, e che il viaggio mi rende più odioso. È il viaggio che mi permette di essere distratto lettore onnivoro. O qualunquista. Fai tu. Al mattino mi reco in edicola, uno dei pochi piaceri che mi rallegrano la giornata. Osservo le novità e, diavolo, lascio lì ogni giorno una parte del mio stipendio. Leggo ad abbuffate. Sono distratto, ma aperto. E quella mattina ho comprato il Canemucco 2. Non l’1, ché a giugno era già andato e non l’avevo visto prima. Il 2, e già un po’ mi innervosisco, ma fa niente. Mi piace quel papero in copertina che dice parolacce sotto falsa censura. Mi chiedo cosa c’entri con la Disney.
In treno leggo, seduto nel posto più arieggiato, e perdo i riferimenti.
Makkox? Brutto pseudonimo. La tua storia non la inquadro. Leggo la finzione erotica via web più realistica che mi sia capitata finora, in quello scambio chit-chat che non arriva sotto alla mia cintura, ma mi accende una nostalgia romantica. Il sesso come amore. Come fuga.
Non ci sono contorni, dietro a questi personaggi scontornati, che si espongono senza presentarsi, entrano in scena così come sono, brutti abbozzi di vita. Non ci sono contorni ma paesaggi, appesi vicino alle vignette. E una storia che se è genere, forse noir, in realtà li trascende, i generi. Perdo i riferimenti, come dicevo. E un po’ mi innervosisco. Di nuovo.
La soria si muove veloce. Ecco un riferimento, queste vignette scontornate, che forse nascono dalle forme del web, hanno i tempi di lettura del Diabolik, due per pagina (tre? Una?), e si scivola nella vicenda verso un finale non consolatorio, senza protagonisti certi, senza personaggi ricorrenti (o si?! Il primo non l’ho letto, diavolo!) e senza quei riti che piacciono tanto a noi lettori distratti, quelli che le ultime pagine costituiscono riassunto, spiegazione e morale in atto unico.
Makkox improvvisa, questo è un fatto certo. Inizia e la storia lo guida o i personaggi o le idee o i dialoghi, così indiretti, obliqui da sembrare reali, perché parlare, a noi umani, ci viene spesso così, parliamo per distrazione, senza finalità se non per riempire gli spazi. Makkox (ce l’avrà un nome vero!) improvvisa avanti e indietro, e dalla sua immaginazione matura qualcosa, che trova una casa in un giornaletto di 100 pagine a colori, piccolo ma accogliente.
Ora, da lettore qualunque(ista) chiedo, chi ha il coraggio di sviluppare un tale progetto, così diverso, così inedito, da lasciare soli tutti gli altri prodotti da edicola? E perché voler perdere tutti quei soldi? E perché rischiare per un signor nessuno, che nemmeno un soprannome come si deve si è trovato?
Forse perché quelle storie ti parlano, ti arrivano dirette in faccia, ti affamano mentre sfamano, nel loro sguardo pop imbevuto di tutto, completo di tutto. E aperto a tutto.
Lunga vita. Noi lettori distratti abbiamo fame.

Un lettore qualunque

3 commenti:

  1. Condivido in pieno… Makkox (Marco Dambrosio) è bravissimo e sì, i personaggi di questo mondo compaiono in una storia lunga sul primo numero… caldamente consigliato anch'esso…
    Michele

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  2. ciao michele!
    si, ho letto il primo numero. stavo facendo fiction!
    :)

    harry

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