copertina di mad 47, di giugno 1959
Per scrivere mi serve tempo. Più che per pensare. Ed ecco che mi ritrovo con un po' di idee bloccate prima che possano trovare spazio in parole.
Quindi un piccolo intermezzo, divertente, e tangenziale, che arriva dall'ultimo libro di Alberto Arbasino America Amore (Adelphi). Uno sguardo bello, schietto, un po' snob sugli Stati Uniti di un italiano medio non mediocre. Queste parole sono all'inizio, vengono dalla fine degli anni '50, e sono parte del primo colpo d'occhio di Arbasino sull'America.
[...] uno dei piaceri più forti sarà l'acquisto a bracciate, a mucchi, ogni giorno, di tanti chili di riviste, che qui costano al massimo da 15 a 60 cents ciascuna, e quindi è possibile ottenerne in quantità mai viste, da portare a casa e passarci ogni giorno sopra parecchie ore, buttate là, sul letto, sulle poltrone, sui tavoli, sui pavimenti; e naturalmente non saranno soltanto quelle che più o meno si vedono sempre, "The New Yorker", "The Reporter", la "Partisan Review", ma proprio quelle come "Playboy", "Esquire", "Mad", tutti i moltissimi "mensili per giovanotti" prodotti con un gusto e una abilità straordinari, dosando insieme il "portfolio" con la donna nuda e l'umorismo raffinato, i bei mocassini con la buona letteratura, l'indagine di sociologia con le belle arti e le vacanze grandi e piccole.
Alberto Arbasino, America amore (Adelphi, 2011)
Nessun commento:
Posta un commento