venerdì 1 ottobre 2010

Appunti a gran velocità


Cinquemila chilometri al secondo è storia di amori sbagliati.
L’amore come un temporale, una pioggia fitta o una leggero tamburellare di acqua primaverile.
L’amore umido, che ti piega le ossa. Che ti invecchia nell’illusione della giovinezza eterna. L’amore come impossibilità ad esserci realmente, a definire consapevolmente la propria crescita
emotiva, la propria felicità, nella maturità dei sentimenti.

Manuele Fior non sbaglia. E racconta con la chiarezza di intenti di un autore pienamente al controllo dei propri mezzi espressivi. Improvvisa sulla pagina, utilizzando il ritmo come elemento
discriminante che conduce la narrazione, un uso sapiente che ipnotizza e scuote. Utilizza il colore, non come elemento accessorio, non come vezzo banalmente bande desinee, non come maschera che copre quel che non c’è. Il colore di Fior disvela, emozioni paesaggi sotterfugi percorsi di vita. Macchia il lettore, con il suo movimento delicato, impressionista, elegante ma concreto. Sotto, dietro, c’è la linea, che si fa sempre più indefinita, rapida, essenziale… precisa. I riferimenti pittorici, di arte figurativa, sono ovunque e in tutti i modi metabolizzati, personalizzati. Ci dicono di una grande cultura visiva al servizio di una sensibilità limpida. Sensibilità per il racconto. Necessità di raccontare.


Cinquemila chilometri al secondo è la memoria dell’amore impudente dell’adolescenza, quando tutto era possibile, quando l’altra metà del cielo era poesia e timidezza, onnipotenza e impotenza. È la memoria dei pomeriggi assolati delle estati passate con l’amico a cercare un amore necessario e sfuggente. Facendo a gara con l’altro a nascondere le nostre inadeguatezze, le nostre paure, giocando agli adulti quando si è poco meno che esseri umani. Poco più che ragazzi.






Cinquemila chilometri al secondo è la sensualità che diviene consapevole gioco di inganni, allusioni al servizio di bisogni, prive di conseguenze, cariche di presagi inascoltati. È la trappola di immaginarsi al controllo della propria vita quando questa piega e si rifugia e ci sfugge.










Cinquemila chilometri al secondo è la distanza dai nostri bisogni, che ci incasinano i ricordi e ci legano a passioni che sarebbe meglio scordare, ci costringono a ricercare per anni e anni la stessa donna/madre negli occhi di altre donne/fantasmi. Non ci siamo noi dietro a quelle scelte, ma le nostre impressioni e ricerche inesauste. Le nostre contraddittorie, dolorose identificazioni. La sostituzione iconica di tratti, lineamenti, atteggiamenti, trasferelli bidimensionali su persone in carne e ossa, attraverso i sogni e le fantasie. A negare la realtà. A inseguire una realtà che sfugge.






Cinquemila chilometri al secondo è l’orgoglio personale di fronte alla sfiducia. È l’impossibilità al dialogo, alla comprensione reciproca, che ti sbatte lontano e ti porta a caccia di vita e di emozioni nuove. Nell’assenza del quotidiano. Quella frattura che piccola si allarga, e quando ti osservi in uno specchio, con i tuoi affetti, dolorosamente ammetti di non sapere più chi sei.




Cinquemila chilometri al secondo è la velocità che serve per una telefonata, per un incontro, per un amplesso in un bagno, per la delusione, per la solitudine e la morte.




Fior è uno dei più straordinari nuovi narratori a fumetti che mi sia capitato di leggere. Il suo stile è personale e privo di concessioni, determinato e gentile, in continua evoluzione. Scrittura e pensiero viaggiano insieme, a dar forma a un prodotto-fumetto trasversale che sa parlare a tutti e, permettimi, costringe a recensioni emotive e sopra le righe come questa.

Non puoi non leggerlo.

Harry.

tutti le immagini sono (c) di manuele fior

4 commenti:

  1. sarebbe ipocrita a questo punto far finta di niente... ti ringrazio, per gli spunti che hai azzeccato e per quelli che evidentemente non erano chiari neppure a me. non mi sembra si possa chiedere di più da una recensione;)
    manuele

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  2. Ringrazio anch'io Harry per la bella recensione (che ho linkato qua e là), mi ha fatto riflettere su alcuni punti della storia di Fior che non avevo colto a una prima lettura.
    Comunque è impressionante la bellezza del segno e del colore in questa storia - c'è un talento naturale incredibile...

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  3. appena letto… e concordo su ogni punto.
    Molto bella anche la sequenza del sogno. .
    Poi, trovate tecniche come quella del vetro della doccia sono veramente geniali!

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