venerdì 17 dicembre 2010

Crash




Ci sono periodi di silenzio che servono a riprendere la rotta.
Per quel che interessa, esattamente una settimana fa sarei potuto essere morto. Finito.
CRASH.

Non sto leggendo fumetti da una settimana. Ho un prolungato e fastidioso dolore al collo che mi permette giusto giusto di lavorare. Figuriamoci se ho voglia, nel tempo libero, di affaticarmi ancora leggendo nuvolette.
CRASH.

I fumetti, a volte, sarebbe bello sentirseli raccontare. Hai presente come si fa a un bambino piccolo, quando ancora non comprende il concetto di closure, o di sviluppo lineare della narrazione. Quando il genitore, col dito, indica la vignetta alla quale si è arrivati e, con pazienza, spiega i passaggi bianchi tra una vignetta e l'altra. Ecco. Raccontare il fumetto. Mi piacerebbe ascoltare. Romperebbe un po' di gabbie.
CRASH.

Scopro che tra le schifezze che ha disegnato Alex Toth (uno dei talenti più grandi del fumetto, uno dei talenti più sprecati) c'è un storia sulle HotWheels. E penso sempre più alla differenza tra cultura alta e bassa, tra fumetto popolare e d'autore. Sono corto circuiti. Siamo sicuri che gli autori che lasciano il segno siano quelli alti?
CRASH.


 (c) alex toth


Anche perché, leggendo interviste qua e là di autori seriali italiani, trovo ancora oggi una strana ambivalenza. Una professionalità e una capacità tecnica straordinaria, accompagnata da una conoscenza del fumetto, delle sue possibilità espressive troppo spesso miope. Forse, l'esigenza del realismo a tutti i costi chiude le opportunità di riflessione e di ragionamento sulle potenzialità del fumetto. Soprattutto su quelle iconiche ed evocative. Servirebbe più apertura. Servirebbe una rottura. Qualche piccola morte.
CRASH.

Poi ascolto un po' per caso I Ministri, segnalatimi da un amico. Un giovane gruppo post-rock, post-punk, post-grunge, post... insomma, un gruppo di quelli giovani, diretti, coraggiosi, forti, semplici ma anche con poche pretese, se non quelle delle persone che li ascoltano. Ascolta Una questione politica, oppure Mangio la polvere e assaporane la chiarezza e la forza. Ecco, mi sembra che, al di là del gusto, di riflessioni tecniche, ecc. I Ministri rappresentino bene la generazione (post)adolescenziale di oggi, almeno una parte. Questo tipo di voce, così accesa, così viva, manca totalmente nell'ambito fumettistico. Non ci sono gli autori? Non ci sono gli editori interessati? Serve un Pic-Nic di rottura?
CRASH.



Oggi nevica, dove sono io. E per una volta non devo muovermi per forza. Solo stare a casa al caldo. Non credo leggerò fumetti, oggi. Forse mi riposo. Chiederò a mio figlio di raccontarmi un fumetto, magari. Senza guardare con attenzione. Senza leggere. Forse scopro qualcosa di nuovo.
CRASH.

Harry

10 commenti:

  1. In effetti potresti farti raccontare da tuo figlio il fumetto di Toth sulle Hot Wheels. Ma anche no.

    Buona guarigione.
    Riprenditi.

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  2. ... questi ultimi pezzi sono anche un po' post-ridicoli però. Avevo sentito qualcosa sul loro myspace, e l'unico pezzo che mi sembrava riuscito era (e riascoltandolo lo è ancora) "Bevo", il resto ha qualche spunto interessante nei testi ma annacquato dall'eccessiva banalità melodica e interpretativa.
    In pratica dei Foofighter con cantato all'Italiana.
    Non ho mica capito cosa dovrebbero rappresentare che manca al fumetto...

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  3. Bel post, sono d'accordo su tutta la linea, eccetto che per il post-rock (che è morto, celebrato e sepolto) perchè il futuro del suono è elettronico (come per i fumetti anche se in maniera diversa).

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  4. grazie a chi mi ha abbracciato virtualmente. la vita è sorprendente.

    a proposito dei Ministri, capisco che l'esempio è un po' tirato. e pensare che a me i foo figthers non è che facciano impazzire. quindi, come dire, il punto non è qui. o forse si.
    oltre i paragoni musicali, penso che abbiamo bisogno di più fumetti di autori giovani e forti, che raccontino i vent'anni e i trent'anni in modo meno "pretenzioso" di, non so, yeti. dove sono quelle voci che un tempo riempivano le riviste? e non mi dite che la risposta è esperanto di gabos, per fare un esempio. che non ci serve massimalismo, ma espressioni decise e prepotenti. magari anche derivative (foo fighters) ma vive. vitali.

    a mirko dico che si può commettere l'errore di una visione marxista dell'arte. ovvero, se non innova non è bello. non credo che, per dire, la musica dei pearl jam sia meno bella o interessante di quella dei n.i.n. solo perché la seconda è elettronica. spero sia chiaro cosa intendo dire.

    harry

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  5. fischia. te benjamin lukacs gramsci della volpe althusser ti fanno un baffo, proprio.

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  6. non si può utilizzare la parola "marxismo" senza un tuo intervento, eh boris?!

    in ogni caso, se vuoi esprimere quel che pensi in modo meno occlusivo.
    :)

    altrimenti fa niente.

    h.

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  7. Ciao Harry, sinceramente io i N.i.n. neanche li conosco, mi riferivo al movimento House-Minimal-Techno che viene disprezzato dagli intellettuali italiani ma che di fatto riempe le discoteche, i boschi e le strade delle grandi capitali di veri ventenni e trentenni.

    D'accordissimo comunque sul marxismo, non ci eravamo solamente capiti. Ciao

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