martedì 7 dicembre 2010

Caro figlio mio, aspirante fumettista...

 (c) marta cerizzi, aspirante fumettista


Riflessioni da padre, mentre il Governo tagli ancora i fondi alla cultura.


Caro figlio mio, aspirante fumettista,


desisti. Per quanto tu abbia il gusto per la narrazione a fumetti, ricordati che non avrai modo di guadagnarti da vivere. Troppo pochi, troppo angusti gli spazi per farti le ossa, per sperimentare, per confrontarti con persone che potrebbero aiutarti a crescere. Nella migliore delle ipotesi, potresti trovare un editore che decide di stampare il tuo libro, senza trovare tempo e modo di promuoverti. Nella peggiore, pubblicheresti online cose che dimenticherebbero tutti subito. Forse, se insisiti per caparbietà al limite della cocciutaggine, potresti fare la figura del fumettista della domenica. Lavorerai ai tuoi fumetti la notte, mentre di giorno farai quello che serve alla società e al pagamento dei tuoi debiti. E ti prenderebbero pure per il culo.


Caro figlio, aspirante musicista,


desisti. La SIAE non ti permette di esibirti senza buttare soldi che nessun locale, nessun teatro, nessuna associazione metterebbe al posto tuo. Ricordati che non avrai modo di guadagnarti da vivere, a meno che il tuo viso e le tue canzoni non servano a vendere scarpe, idee e stile. Nella migliore delle ipotesi, se le tue capacità tecniche e ideative te lo permettono, potresti insegnare musica a persone troppo giovani per avere motivazione, o troppo vecchie per poter progredire. Nella peggiore, suoneresti la domenica, in chiesa, innovando con la tua inventiva improbabili inni sacri moderni.


Caro figlio, aspirante scrittore,


desisti. I libri si pubblicano, si stampano, ma non si vendono e, peggio, non si leggono. I tuoi libri assieperebbero librerie che non saprebbero valorizzarti. Potresti arricchire il tuo curriculum o la tua pagina facebook con i titoli e le copertine dei tuoi libri, ma difficilmente troveresti un editore pronto a promuoverti realmente. A meno che il tuo romanzo non possa essere un buono spunto per una sceneggiatura cinematografica. Nella migliore delle ipotesi, potresti partecipare a qualche salotto buono. Nella peggiore, avresti scatoloni di copie dei tuoi libri nel box (eventualmente, avresti speso molti soldi per quelle copie).


Caro figlio, aspirante pittore...

OK, ferma ferma. Facciamo un passo indietro. Perché l'uomo si impegna a realizzare opere artistiche? Figlio mio, senti dentro di te un bisogno, un urgenza? Cerchi una tua voce? Cerchi una strada che ti permetta di trovarti, in questo caos esistenziale? Hai voglia di metterti alla prova? Di sviluppare la tua creatività? Di perfezionare la tua tecnica, al servizio di un diverso modo di esprimerti? Hai voglia di provarti come essere umano completo, che sperimenta, che si mette in gioco, che incontra gli altri e i propri dubbi negli altri?
Cazzo (scusa l'espressione), da che mi ricordo, le cose più importanti, appassionanti, impegnative, esaltanti, gioise, ... che ho fatto nella mia vita non avevano lo scopo di guadagnarci dei soldi.
Ma non fermarti lì. Trova la passione, e in essa il coraggio di proporti, di aprirti, di sentirti serenamente convinto di poter raggiungere gli altri. Ci sono migliaia, milioni di persone nel mondo che quella determinazione, quel coraggio, quella forza, quella vocazione non ce l'hanno. L'hanno dimenticata nelle loro esperienze pregresse, nelle loro vite passate, nei loro antenati, nelle loro paure. Ma hanno bisogno della tua arte, della tua espressività, della tua autenticità, come dell'ossigeno.
Sii serio, e ironico, e forte, e delicato, ma soprattutto chiaro e vero. Forse, troverai un varco, forse troverai i soldi, forse troverai la pace. E ti ricorderai delle ore che hai speso nel fare quello in cui credevi di più come dei momenti migliori della tua vita.

Harry


la signorina else (c) manuele fior, ispirato fumettista

3 commenti:

  1. Il sacro fuoco dell'arte contro il profano bisogno del cibo: l'eterna battaglia della civiltà che si rinnova secolo dopo secolo...

    Resto dell'idea che l'artista più completo sia quello che riesce a lavorare sia per se stesso che su commissione (non necessariamente in contemporanea, anzi).

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  2. Condivido ,Harry.
    Non è il soldo che ti deve muovere. Ma la passione. Poi però devi lottare affinché tu possa avere sempre più spazio per praticarla. Lottare affinché ci sia più attenzione verso le tue opere e affinché le tue opere migliorino e riescano ad arrivare al cuore e al cervello delle persone.

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  3. il palco della vignetta è parrocchiale ;P

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