venerdì 15 ottobre 2010

La Biblioteca di Babele (dopo la caduta)

 

Autobiografico non autoreferenziale

Più o meno inizia così, senza sapere quando inizia.
Decidi di voler parlare della tua passione, raccontando esperienze di lettura.
Non hai molte conoscenze tecniche o riferimenti storici. Solo un feroce desiderio che ti chiama. Solitudine? Bisogno di condivisioni? Semplice gioia?
Coi fumetti è più facile, coi fumetti puoi barare sulle tue competenze, almeno un po', perché è più semplice fingere conoscenze che non hai. Perché la storia del fumetto è relativamente breve, perché le produzioni a fumetti, anno dopo anno, rispetto al mare magnum dei libri, per esempio, sono molto meno.
A pensarci, in Italia, anni fa era molto più facile e… desolante.
Le cose cambiano.
Puoi fingere, ma per poco. Il mondo interno del fumetto non te lo permette. La tua coscienza non ci sta.

Mentre produci scorie in forma di recensioni, decidi di voler conoscere tutto il possibile, per cui recuperi, con ristampe (per fortuna sempre più presenti), con ricerche nelle fiere mercato, nei mercatini di paese. E accumuli.
Decidi di tenere i piedi nell'attualità del fumetto, e compri più o meno tutto quello che esce, selezionando al limite generi o linguaggi, ma sapendo che ogni esclusione è dolorosa. E accumuli.

Intanto cerchi aggregazioni, e la rete è il luogo migliore per aggregare ossessioni e passioni. Specializzazione, coagulazione. E recepisci consigli di acquisto, recepisci lacune e mancanze imperdonabili, e la ricerca si amplia, si intensifica. E accumuli. E scrivi. Sviluppi conoscenze, esperienze, tecnica. Incontri autori, editori, distributori, dettaglianti e comprendi che il fumetto è un mondo piccolo, basato su logiche fragili e semplici, e ingarbugliate. Coagulazione. Accumulazione.
Il tuo tempo di lettura cambia. Accelera. E mentre affronti le prime pagine di un fumetto, la tua mente formula già giudizi critici. Idee e (pre)concetti che ti precedono, che nulla hanno a che fare con la passione iniziale, nulla hanno a che fare con il fumetto che tieni in mano. Ma che diventano un lancio direzionale verso l'astro della critica militante. E mentre accumuli, e scrivi, il tuo tempo diminuisce. Sempre più cose da leggere sempre meno tempo e interesse per farlo.

Ti fermi. Perché cazzo ti impegni a scrivere e parlare di fumetti, quando non hai più neppure il gusto di leggerli, di farti coinvolgere?
Perché ti intrappoli in un lavoro amatoriale difficilissimo costruito su logiche autoreferenziali inconsistenti? Seduto, in libreria, la tua, osservi i volumi non letti, ché quelli letti sono nascosti in scatole di cartone e … irraggiungibili. Osservi e ti chiedi dove ti ha portato la tua caccia.

Harrydice… nasce come riflesso di un bisogno nuovo: spersonalizzare, ritrovare il gusto, adattare le riflessioni ai tempi di lettura, ridurre gli acquisti.
Harry dice acquista di meno, selezionando attentamente quello che pensi possa piacerti, possa commuoverti, possa appassionarti, possa riportarti alla gioia dell'esperienza della lettura, della visione.
Harry dice non accumulare più, riprendi possesso del tempo e dello spazio, dei linguaggi, dei tuoi soldi.
Harry dice coinvolgi autori ed editori, chiedigli di fare parte del gioco della gioia di condividere idee e passioni.
Harry dice seleziona accuratamente, riduci, non accumulare e lascia che altri attori ti suggeriscano letture, spunti, fumetti che ti sfuggono, o sottovaluti, a partire da scarne presentazioni pubblicitarie/promozionali.
Harry dice muoviti in modo diverso, provoca reazioni, afferma la tua autonomia, poniti con serietà in relazione al mondo del fumetto, così schiacciato, chiuso, litigioso, vischioso. Harry dice divertiti. Harry dice cambia direzioni. Harry dice non perdere fiducia in chi ti legge. Harry dice sbattitene delle classifiche wikio. Harry dice prendi decisioni chiare.

Decidi di dare spazio ai fumetti. Decidi di utilizzare le scansioni più che puoi, per permettere alle tue idee di incontrarsi con la concretezza delle tavole. Decidi di dare fiato al tuo tempo, uscendo dalle abitudini. E di osservare il fumetto attraverso la realtà di cui fai parte. Non scappi nel fumetto per distrarti dalla realtà, ma butti il reale nelle tue esperienze di lettura. Filtri con attenzione. Riflettendo meno, praticando di più un approccio intuitivo.

Sblocchi il nucleo ossessivo, e scrivi come si fa con le prime parole a tuo figlio, al mattino. Scendi in terra, e ti sporchi le mani, a piedi nudi. Ti fermi quando serve, quando il gusto sfugge. Lasci che il desiderio diventi amore per il tuo tempo e le tue letture (visioni). Riduci. Smetti di accumulare. E la Torre di Babele crolla. E la Biblioteca di Babele assume dimensioni reali, e l'immaginazione riprende fiato e forza. Mentre prosegui ad abbandonare fumetti sui treni.

Harry

2 commenti:

  1. Bravo Harry, non costringerti a fare il critico tritatutto di buona memoria. I tuoi post più belli sono quelli da Lettore, appassionato e colto, che fa recensioni come quella su Fior che ti fanno correre a prendere il libro. O che presenta suoi 'amori' particolari come Love & Rockets.
    Saluti

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La versione a fumetti di Harry è (c) di Daniel Clowes.