sabato 19 dicembre 2009

The Comics Journal non più journal


The Comics Journal, storica rivista di cultura e critica statunitense sul fumetto, ha recentemente comunicato di interrompere la propria pubblicazione quasi mensile (8-10 numeri l’anno) per trovare una nuova veste e una nuova casa in internet. La pubblicazione cartacea sarà saltuaria, con 2 numeri l’anno, in un formato tabloid di grande dimensione, che renda speciale ogni uscita. L’ultimo numero della precedente incarnazione, il 300, non è ancora nelle mie mani, per cui è presto per lasciarmi andare a qualunque manifestazione di malinconia o rimpianto (ah, i ricordi!).
Ma la nuova trasformazione virtuale è già in atto, e mi ritrovo senza la voglia di leggerne le pagine. Riflettendoci, capisco la fatica di chi segue la critica on-line. Per quanto ci convinciamo del contrario, non ci piace leggere pezzi lunghi o densi al pc. Probabilmente, non siamo percettivamente fatti per questo. Non ancora.
Non vorrei sembrare nostalgico o anacronistico. Ma ricordo che il primo piacere che provavo nell’avere il nuovo Comics Journal tra le mani era sfogliare le pagine, leggiucchiare, depositare. Riprendere, segnare, rileggere. Un piacere che il nuovo sito offre con difficoltà. Ma è una difficoltà mia, sia chiaro.

Diverso è ragionare sul tentativo che Fantagraphics Books, Gary Groth e compagnia stanno cercando di sviluppare. Un paio di anni fa, TCJ aveva sviluppato un’inchiesta sulla critica e il giornalismo on-line, che aveva evidenziato molti dei limiti di cui si parla anche in Italia: volatilità delle informazioni, difficoltà di fare approfondimento, mancanza di autorevolezza percepita, incongruenza di informazioni con spiccata tendenza al chiacchiericcio e al sentito dire, ecc. Si concludeva dicendo, in estrema sintesi, che il giornalismo on-line sul fumetto funziona per quanto riguarda news e gossip, meno per tutto il resto.
Scegliere di andare on-line, potenziando un sito che era, finora, solo (o quasi) vetrina della rivista cartacea, per renderlo struttura informativa, giornalistica e critica autonoma e autorevole, nasce io credo anche da quelle considerazioni. Dalla volontà di superarle.

Nella presentazione ufficiale si dichiarano alcuni intenti importanti:
- Tutto il contenuto del sito sarà gratuito. Non ci saranno aree riservate a chi sottoscrive un abbonamento.
- Le novità del sito saranno sviluppate lentamente, per non nutrire false attese e non fare il passo più lungo della gamba, ritrovandosi con rubriche e contenuti troppo onerosi da gestire.
- Si porrà attenzione a nuovi editorialisti e nuovi blogger che saranno parte strutturante del sito.
- Verrà rilanciato l’archivio audio del sito e saranno valorizzati tutti i contenuti che non erano presentabili in una rivista cartacea: video, gallerie di immagini, disegni inediti, e blog (di nuovo).

Tra le motivazioni del cambiamento, la prima esplicitata è la necessità di essere più al passo con i tempi e le notizie: produrre materiale che sia in “diretta” con l’evoluzione del medium. Inoltre, dare spazio a più voci contemporaneamente, in una prospettiva più aperta e plurima, organica, verrebbe da dire.
È ovvio pensare che dietro a questa scelta ci sia anche una nuova valutazione dei costi. La rivista perdeva lettori e appariva sempre più un baluardo, una fortezza di difficile accessibilità. Di fronte alla possibilità di effettuare un rilancio di impostazione della rivista, con il rischio di non ottenere riscontri reali, Groth ha deciso di rivoluzionare tutto.
La domanda che Ruperth Murdoch potrebbe fare a Groth è da dove prenderanno i soldi per la nuova incarnazione. Come e quanti soldi si aspettano di fare producendo una rivista on-line. Quali sinergie vogliono sviluppare, affinché la rivista possa generare utili per Fantagraphics o quanto meno pagare le spese di gestione del sito, dei contributi dei collaboratori, ecc.
La scommessa è (anche) questa.
La scommessa è (anche) quale forma assumerà nel tempo una delle più importanti e riconosciute espressioni di critica del fumetto occidentale.
Spero mi venga presto la voglia di leggere.

Harry.

2 commenti:

  1. Compro il Journal da un paio di decenni ed erano anni che non lo leggevo con interesse. Una veloce sfogliata, uno sguardo alle nuove uscite e alle recensioni (scartando un sacco di recensori perché inaffidabili), lettura diagonale di RCHarvey e di qualche intervista, intere sezioni saltate senza remore, un'occhiata ai fumetti storici.
    Questa versione online ha tre pregi: non costa, mi arriva un pezzo alla volta nel feed reader, è ricercabile via motore di ricerca e la posso usare se e quando mi servirà.
    I soldi fantagraphics non li fa con il journal che secondo me è in perdita da un sacco di tempo. Offre schultz.

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  2. ecco, più o meno il mio approccio.
    il resto è sentimentalismo (il mio).

    però, però faccio fatica (eufemismo!) in questo periodo ad approfondire via internet. reader o meno. sic!
    passerà.

    harry

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