giovedì 15 settembre 2011

Mentirei

                                                                                  disegno di giacomo nanni

Mentirei se ti dicessi che mi sto divertendo.
No, non mi sto divertendo. Quello che leggo ultimamente non mi piace molto.
Scelte sbagliate? O una tendenza? O il mio umore?

E poi, gli incontri. Parlo con autori demoralizzati. Non poco.
E tutti che mi dicono la stessa cosa: non so bene perché vado avanti.

Cos'è questa urgenza di esprimersi coi fumetti?
Se ci pensi, a prescindere da qualunque giudizio critico ed estetico, la quantità di fumettisti che si impegnano a portare avanti un loro discorso è grande, e ancor più... incomprensibile.
Immotivata?

Forse però questa loro fatica si respira attraverso le loro opere. Sento spesso una sottile barriera. Un'incomunicabilità, una mancanza di direzione, un'incoerenza inconsapevole di fondo, che riverbera attraverso le loro creazioni.
E mi sembrano mancare, da un lato, la determinazione che deriva da una profonda convinzione dei propri mezzi e della propria voce; dall'altro, la confidenza nel credere che si stia realizzando qualcosa di cui le persone hanno bisogno, che potrebbero cercare, amare, condividere con parenti e amici. C'è l'ombra dell'invisibilità. E del vuoto.

Harry

8 commenti:

  1. mi amareggia leggere le tue riflessioni.
    specie nel giorno in cui (ri)leggo dell'intenzione
    di giacomo monti di dire basta (più o meno).
    perché io sono uno di quelli che ha bisogno, come scrivi. perché per me è: il Fumetto. gli altri mezzi espressivi mi interessano, certo. meno, però. molto meno, forse.
    nello stesso tempo mi chiedo fino a che punto ho diritto, da semplice lettore, di dolermi se qualcuno dei miei autori preferiti deciderà di dedicare ad altro il suo tempo. il loro lavoro (passato) sarà sempre a mia (e altrui) disposizione.

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  2. è che la produzione di larsen non è abbastanza corposa
    altrimenti ti riconcilieresti con il fumetto che non sente la necessità di inviare nessun messaggio sociale ma che si diverte solo a raccontare storie di fantasia

    amen

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  3. E' la sottile differenza tra fumetto e letteratura scritta, chi scrive un libro si sente scrittore... chi scrive e disegna fumetti si sente... cosa si sente? Io amo la letteratura scritta, forse più del fumetto, credo che se noi autori di fumetto ci sentissimo come gli scrittori, cioè portatori di "qualcosa", di una visione personale, forse le opere a fumetto sarebbero più "grandi"...
    Non scambiate ciò scritto per voglia di snobbismo, se capite... è l'esatto contrario...

    Per Davide: ma davvero credi che esista qualche autore, in generale, in qualsiasi disciplina, che non voglia inviare un messaggio?! Non scambiare l'incapacità e la banalità di certi messaggi, per una scelta voluta. Ogni cosa è messaggio, anche il modo come si scrive la lista della spesa racconta di chi lo fa...

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  4. @ alb: nella vita poche cose sono definitiva, ma si temo che monti abbia deciso di smettere.
    ma non è l'unico. e non lo sarà.
    nel bel libro maledetti fumetti, l'aspetto più interessante è proprio la testimonianza di fumettisti anche molto bravi che hanno smesso perché non si poteva più campare per colpa della crisi delle case editrici dovute alla campagna di discriminazione su certo fumetto. interessante come i tempi si rincorrano.
    e ancor più interessante capire perché i fumettisti ci sono e continuino a fare proprie opere originali.

    @ davide: a me piace larsen e lo sai. anche se non amo molto i suoi "agganci" politici per recuperare lettori. mi piace, ma di solo larsen morirei di fame e sete.

    @ marco: ecco, qui tocchi un punto importante. si legge questa incapacità degli autori di presentarsi come esponenti rilevanti della nostra società culturale. è un circolo vizioso. così come non ci sono coperture giornalistiche dei media generalistici per mostre mercato come lucca (mentre ci sono per quelle di letteratura, cinema, ecc.), così come gli autori non vengono chiamati a partecipare a dibattiti ecc., così come i fumetti che producono non vengono discussi né dibattuti dalle istituzioni e dalla società (immagina cosa potrebbe dire la Chiesa di Preacher, tanto per fare un esempio), ...
    così i fumettisti (e i loro editori!!!) non sono in grado di proporsi, o imporsi all'opinione pubblica.

    h-

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  5. però con un po' di più larsen ti riappacificheresti con il mondo :-D

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  6. grz del consiglio, harry. ho preso maledetti fumetti ma, ahimé, come mia ormai imbarazzantissima abitudine non l'ho ancora iniziato...
    aggiungerei al tuo 'ci sono e continuino', se mi permetti, un 'e ci saranno e continueranno'. questa è la sensazione che ricavo dall'acquisto e dalla lettura, in questo caso :)), di riviste come delebile, resina, bookcrossing per citare qualcuna delle ultime che mi è capitato di prendere.
    sul perché 'lo facciano' :), dopo tanti di militanza (più da acquirente che da lettore, confesso la mia feticistica debolezza (ma avrò tanto tempo libero una volta in pensione. forse)) ancora non l'ho capito a parte banalizzarti con una ovvia volontà di esprimersi. la stessa che mettiamo tutti persino nel compilare la lista della spesa, mi sa, come dice qui sopra marco galli.
    ma immagino che come risposta non ti soddisfi granché (non soddisfa nemmeno me).

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  7. stai sereno harry, non farti demoralizzare dai bipolarismi degli artisti.
    C'è un po' di roba bella e un sacco di roba brutta. é così per tutto, è così da sempre, aiutaci a scegliere la roba bella, ma non mi diventare un apocalittico, anche se l'estate è agli sgoccioli.

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  8. Ciao, non ci conosciamo.
    Però, come lo capisco questo post, come, purtroppo, mi ci riconosco. In certi momenti l'ho vista proprio così: nera. Nel mio caso riguarda tutto ciò che provo a fare... qualcosa di ancora più aleatorio ed inutile del fumetto: scrittura, pittuta e scultura. Arte? E che ne sò. So solo che sono tanto disgustata dall'ambiente, dai galleristi, dallo sborsare denaro, dal sentirsi inutili, che ho effettivamente snesso di imbrattare tele da un po'... Magari mi passa e tra un po' ricomincio.

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