giovedì 8 settembre 2011

Editori che arretrano


Ma gli editori di fumetti, secondo te che ogni tanto mi leggi, hanno o non hanno la responsabilità di promuovere i propri prodotti culturali?


La casa editrice Marcos Y Marcos, in ambito letterario, ha da qualche anno deciso di utilizzare un approccio diverso al mestiere di editore: meno pubblicazioni all’anno (solo 13) ma tutte attentamente curate e valorizzate attraverso iniziative promozionali di diverso tipo (tra le quali ricordo la collaborazione con la compagnia teatrale Quelli di Grock per la drammatizzazione di alcuni romanzi della casa editrice).
La sua idea è, strano a dirsi, quella di avere un ruolo culturale e non solo commerciale.

Senti che pensiero grande, potente, sarebbe questo nel mondo del fumetto: una casa editrice che si assume un ruolo culturale, programmatico, non fine a se stesso, e che si muove nel territorio con gli autori per creare iniziative creative e stimolanti. Trovare nuovi lettori, stimolare nuovi interessi, mantenere una forte identità, ed avere una funzione anche sociale. È troppo, vero?

Invece, abbiamo case editrici che raramente hanno un progetto chiaro, a volte boicottano più o meno volutamente i propri prodotti o le iniziative di alcuni dei propri autori (!!), oppure se ne disinteressano, e vedono terminare il proprio lavoro nel momento della stampa o della grande fiera-mercato.

Gli autori sono soli. Non solo non percepiscono grandi guadagni nel momento della pubblicazione, se ne percepiscono, ma devono anche avere le forze da soli di promuovere i propri libri, di trovare uno spazio personale, di creare un seguito.
E non lo dico per deresponsabilizzare gli autori, sia chiaro.
Ma dove sono le sinergie? La progettualità? La forza di sviluppare un’idea culturale precisa? Di delineare una funzione sociale (l’ho ridetto) per l’editore stesso e i suoi autori?
Per generare un bisogno (vitale) nei potenziali lettori che sono sparsi nel territorio italiano?

Harry

5 commenti:

  1. Quanto hai ragione!... Il mio editore mi manda i libri da vendere, ma io per mangiare devo fare un altro lavoro e non ho tempo di curare il marketing. Sono diversi mesi che non lo sento e il mio nuovo libro è stato pubblicato quest'anno... misteri.
    Io non sono un venditore, se fossi bravo a vendere farei autoproduzione...
    L'autore fa, l'editore propone...

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  2. Il problema è che gli editori di fumetti, in Italia, lo fanno per passione.
    E invece sarebbe molto, molto più bello, se lo facessero CON passione.
    AMANDO i prorpio prodotti come se fossero dei figli.
    Se non hai i soldi, almeno mettici cuore e cervello...

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  3. Poi tanto alla fine questi autori si autoprodurranno e questi editori piangeranno miseria.

    d.

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  4. beh, parliamone.
    sei sicuro che l'autoproduzione sia una soluzione?
    esempi significativi?
    makkox a parte (che pure ora ripubblica il suo lavoro per bao)...

    harry

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