giovedì 11 agosto 2011

Tezuka ai quattro venti



Io amo Tezuka Osamu in modo viscerale. Le sue storie sono per me fonte di enorme soddisfazione. Dalla più ironica e infantile a quelle più adulte e sofisticate. Tezuka rappresenta ai miei occhi l'autore completo per antonomasia, colui che ha toccato tutti i generi e ogni volta con estrema intelligenza, mettendo sempre in discussione quanto fatto prima, sfidandosi costantemente e... sfidando le aspettative dei lettori. Tezuka è un unicum nel mondo fumettistico globale.

In Italia, per molti anni, la sola Hazard Edizioni è sembrata interessata alla sua opera. A lei, al suo lavoro mai perfetto ma sempre importante, dobbiamo la versione italiana dei principali capolavori riconosciuti di Tezuka (Budda, Black Jack, La storia dei tre Adolf, La Fenice tuttora in corso di pubblicazione). Non so se in precedenza Hazard avesse l'esclusiva italiana, oppure fosse l'unica casa editrice realmente interessata alla sua opera. In effetti, a memoria, ricordo una pubblicazione interrotta di un suo lavoro, Dororo, edita da Kabuki Publishing, agli inizi del 2000, quindi immagino che non ci fossero contratti di esclusiva tra Hazard e gli eredi Tezuka.

Ebbene, nell'ultimo periodo sembra che ci sia un ritorno a Tezuka, da parte di più di un editore. Prima fu Panini Comics, che pubblicò alcuni volumi antologici di Astro Boy, a sfruttare il traino commerciale del film. Oggi ci sono Free Books con Alabaster, Ronin Manga con Don Dracula e Kappa Edizioni con Pinocchio.
La qualità delle proposte è altalenante, sul piano della cura editoriale. E credo che in generale, troppo spesso l'opera di Tezuka sia stata malamente punita da una confezione inadeguata e spesso incapace di attrarre davvero i potenziali lettori. Potenziali lettori che, nel caso di Tezuka, dovrebbero/potrebbero essere tutti gli esponenti della razza umana! Perché la varietà dei temi e degli stili è davvero in grado di parlare a tutti e di trasmettere a ognuno qualche intuizione e qualche emozione sulla nostra vita.

Non mi è chiaro, tuttavia, il perché di questo ritorno a Tezuka, in un periodo di fatica del mercato e di difficoltà di collocazione. Ho due idee: o l'amore per Tezuka è talmente forte, da parte di alcuni editori, da voler in ogni caso rischiarne la pubblicazione pur di vederne un'edizione italiana; oppure si conta su uno zoccolo duro di appassionati immortali lettori di Tezuka come il sottoscritto.
Il primo caso mal si concilia con la scarsa cura editoriale di alcune pubblicazioni (vedi Free Books, ma anche Hazard, per quanto decisamente migliore). Il secondo caso potrebbe essere un miraggio, compensato solo dalla distribuzione per librerie specializzate e dall'alto costo di copertina.

Di Tezuka amo molto alcune edizioni statunitensi (Apollo's Song, per esempio). Ma in ogni caso, vi prego, piccoli o grandi editori che avete la determinazione di pubblicare il Dio dei manga, credeteci fino in fondo e fatelo guidati dal cuore. Amatelo. Coccolatelo. Curatelo in ogni dettaglio. Non merita niente di meno.

Harry

11 commenti:

  1. O forse perché noi che guardavamo i cartoni giapponesi, adesso che siamo grandicelli e quei cartoni giapponesi adesso non passano più in tv, abbiamo bisogno di fare il punto e ricordarci da dove veniamo.
    Seguirà una piccola ondata di autori italiani con stili e caratteri influenzati da Tezuka & Co.
    Scommettiamo? :^)

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  2. Ciao Roberto. Non sono d'accordo con te, però. Io non sono un nostalgico e la maggiorparte dei cartoni tratti da Tezuka non li guardavo. E' solo la sua capacità di stupire e raccontare, niente di più.

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  3. vero. per quanto mi riguarda, non c'è nostalgia. e non è nella nostalgia che trovo la forza di tezuka, quanto nelle sue straordinarie capacità narrative.
    e nell'ampiezza della sua visione espressiva.

    h.

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  4. Ma infatti non sto dicendo che Tezuka sia un nostalgico. Inoltre se bastasse la capacità di raccontare a far riemergere un autore nel nostro Paese allora Tezuka non dovrebbe essere l'unico ad essere recuperato e ristampato.
    Io penso che ci sia una generazione che ha voglia di riscoprire quell'immaginario (e che molto probabilmente il mercato intercetterà con editori che ci porteranno autori giapponesi che prima non erano nei loro cataloghi). Non è un sentimento nostalgico. Riguardare Da Vinci è da nostalgici?

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  5. credo sia solo perché tezuka, oltre a essere il gigante che è, è anche un nome già noto agli editori di ogni paese (indipendentemente dal recente flop del film su astroboy), inoltre i suoi lavori non richiedono particolari attenzioni tipografiche (bianco e nero, impaginazioni regolari e mai stranezze nei formati) e quindi li si può presentar bene anche ai lettori (e ai portafogli) più diffidenti nei confronti del fumetto. prendete l'edizione vertical di ayako: settecento pagine di ciccia, bellissima hardcover, 15 euro (lo trovate su bookdepository). se spiccicasse due parole d'inglese (tante bastano per leggerlo) lo comprerebbe anche mio padre.
    inoltre, serve dirlo?, tezuka fa marchio. ogni piccolo editore ha bisogno di un nome grosso attorno al quale costruire la sua immagine. non è solo un discorso di vendite: serve proprio perché così il giornalista che deve fare un pezzo su un libro vertical di un autore sconosciuto guarda la copertina e fa: "ah, vertical. quelli che fanno tezuka".

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  6. vero-
    aggiungo che il lavoro su un autore come tezuka non si misura nel breve periodo.
    in italia, possiamo dire che della hazard "ah quella che fa tezuka (con una cura grafica vecchia)". ma questo hazard lo ha ottenuto in anni e anni di pubblicazioni.
    mai mi verrebbe da dire di free books "ah quella che pubblica tezuka". lo diremo tra qualche anno?! (spero di no, perché aggiungeremmo "con una cura editoriale pessima").

    ho invece grandi dubbi su questo:
    "Seguirà una piccola ondata di autori italiani con stili e caratteri influenzati da Tezuka & Co."

    penso proprio che non ci sarà una "new wave tezukana" nel fumetto italiano.
    (ma c'è sempre speranza)
    :)

    h-

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  7. non ci sarà nessuna ondata tezukana. non c'è dubbio. per il semplice motivo che quei libri li leggono relativamente in pochi e fra quei pochi - ne sono certo - pochissimi sono nuovi disegnatori.

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  8. Nessuna new-wave Tezukana. Una piccola onda di fumettisti che guardano al giappone (a quel giappone) io me l'aspetto.

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  9. Nel senso che ce ne saranno 5 tutti insieme nello stesso momento :)
    e 5 è già un buon numero per il fumetto :)

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  10. 5 è il numero perfetto :D
    Così cito polemicamente uno dei libri più brutti che abbia mai letto.

    Viva Tezuka, che ce lo leggiamo noi vecchi.

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