domenica 25 aprile 2010

L'infinito nelle mani

 cover di jim starlin

Jim Starlin non è raffinato.
Il suo tratto non lo è. La sua scrittura non lo è.
Ma le sue storie trasudano intelligenza.
Ci sono autori che si muovono all'interno del fumetto di genere (parliamo di supereroi, qui) senza esserne intrappolati. Starlin usa il genere per esplorare, senza delicatezza, senza raffinatezze, alcune idee in merito al potere, alla mente, all'anima, all'infinito.
Le storie di supereroi, che per molti versi rappresentano la nuova epica statunitense, quando ben scritte, sono un'ottima metafora per parlare delle pulsioni essenziali che guidano l'esistenza: il desiderio, il potere, il controllo, la paura della morte, l'illusione dell'immortalità.
Starlin inizia negli anni '70 a sbatterci in faccia la necessità di pensare ai comics come a qualcosa di più di storie lineari e autoreferenziali. E da quel momento, non ha più smesso di raccontare la sua visione delle cose.

Ma Jim Starlin è grossolano, grezzo. Termini che uso senza alcun intento negativo. La psichedelia delle prime storie di Warlock è derivativa e ingenua, nelle sue speculazioni e nella ricerca di una chiave assolutamente fumettistica. E per questo, ancora oggi, quelle storie appaiono seminali, divertenti e dirette.

Negli anni '90, Starlin ha una diversa padronanza del mezzo, è più controllato, mediato. Ma non perde efficacia nel racconto.
Le sue storie si muovono per concetti, idee e speculazioni, attraverso un gusto unico per la drammatizzazione e per la caratterizzazione dei personaggi e delle dinamiche relazionali, come si può leggere nella recente ristampa de Il Guanto dell'Infinito.

Jim Starlin è sempre stato uno dei miei autori di comics preferiti. Jim Starlin ha un'intelligenza rara.

Harry

12 commenti:

  1. Capitan Marvel e Warlock di Starlin rimangono (per me) tra le cose più belle mai prodotte dalla Marvel nei tempi dei tempi. E direi che Cosmic Odissey per la DC rimane tra le poche storie memorabili, per me che ne ho scarsa conoscenza, di quell'universo narrativo.
    Sul suo periodo "post" alla Marvel, tra cui il Guanto dell'Infinito, ho solo alcuni ricordi dalle prime edizioni, piuttosto sfocati... merita davvero?
    Sono incuriosito dal volume di DreadStar uscito da poco... io ho un primo paperback in inglese ma di storie in bianco e nero che non sembrano proprio quelle pubblicate qui. Dove si collocano? Si parla di un investimento impegnativo, chi ne sa qualcosa parli!
    baci,
    c.

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  2. Non so cosa ne pensate voi, ma per me Starlin dà 2-0 alla nuova sensazione del fumetto cosmico super-eroistico: Geoff Johns...

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  3. Bon, ho scoperto di avere il paperback con le primissime storie di DreadStar pubblicate su Epic. Ce n'è un altro, poi la Graphic Novel pubblicata in italiano su SuperComics, poi inizia il volume Planeta uscito in questi giorni.
    Qualcuno lo sta leggendo? Vale la pena?
    Ed il guanto dell'infinito?
    baci!
    c.

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  4. A ns modesto avviso , Jim '' the Bishop '' Starlin è famoso per le ragioni sbagliate.
    Ricordo i commenti degli editors Marvel Italia su du un paio di numeri del Capt. Marvel di Peter David ed uno del Thor di Jnrgens - l'idea di base era quella di trovarsi di fronte ad un disegnatore rozzo e non raffinato, con una grammatica ed una sintassi anni settanta, il cui ruvido fascino poteva colpire anche un lettore cresciuto con iper-realismo ed american manga.
    Il valore del segno del nostro è, secondo noi, rintracciabile nel faccino mascherato e concentrato del ''suo'' Marvel senescente che cala un colpo di taglio sul cubo cosmico, nel ''suo'' Adam Warlock che finalmente capisce cosa passa x la capoccia dei suoi avversari quando la sua gemma ne pappa l'anima e nella maschera distorta del suo milite, coperto dal sangue dei suoi nemici in 'Breed.
    Per quello che ci riguarda, il Bats del suo The Cult è un impostore vestito da pippistrello e la sua trilogia dell'Infinito una scusa per appiccicarci il maggior numero di tie-ins ( '' volevo anche Ghost Rider, ma il suo editor non mi ha permesso di servirmene ''). The Bishop è un uomo diabolico ed un ex fricchettone redento ( ''quando sono in un bar e scoprono che sono quello che ha ucciso Robin, trovo sempre qualcuno che mi offre da bere '' ).
    Vorrebbe credere ancora in quella che, in mancanza di meglio, potremmo chiamare l'ombra dell'abbozzo dell'idea di una trascendenza, ma poi la realtà plana sulla sua età dell'Acquario.
    Il Frank Castle del suo'' Point of view ''si intenerisce di fronte al bimbo freak che sarà ucciso nella vignetta successiva da un ciccio cattivo.
    A noi piace Starlin - gli abbiamo perdonato anche la strage dei Nuovi Dei kirbiani -sappiamo che il mandante è terzi - ma ci auguriamo che torni a raccontarci storie di alieni gemelli che cadono sulla Terra o di mezzi demoni persi per New York, ogni tanto una sequenza a la Ditko, e si tenga a distanza siderale da quelle vicende in cui entità cosmiche si mettono a discutere come nel Quasar di Gruenwald, perchè non è lì che mostra il suo sorrido di Monna Lisa.

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  5. ho riletto il guanto dell'infinito con piacere.
    è un chi è chi degli eroi marvel di quegli anni, ma è anche una storia ben guidata, con un bel pathos e un personaggio come thanos davvero ben tratteggiato.
    peccato per i disegni degli ultimi due capitoli, non più di perez.
    per quanto riguarda dreadstar, credo che si tratti di una lettura necessaria per gli amanti di starlin. una storia epica e politica che funziona ancora abbastanza bene.

    the cult di batman, scritta da starlin e disegnata da wrighston è purtroppo davvero infelice. trita di luoghi comuni.

    harry

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  6. Il Warlock di Starlin è uno dei fumetti che amo di più in assoluto. Perchè ci sono abbastanza idee da mandare avanti quattro testate di super eroi attuali per almeno un anno. Il Guanto è un po' come guardarsi un vecchio kolossal in costume in TV. Peccato per i disegni dozzinali di Lim nella seconda parte.

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  7. ciao gianni. è vero, il guanto è un vecchio kolossal ben sceneggiato. ron lim è uno dei tanti mestieranti che hanno lasciato aihmè fin troppe storie alla storia!
    anche i colori con tutto quel giallo "cosmico" sparato qua e là non sono il massimo, soprattutto su carta patinata. in 20 anni sono cambiate un po' di cose. (anche se lim è tornato a disegnare in marvel, o sbaglio!!??)

    harry

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  8. Ron Lim è capace di disegnare tre tavole al giorno - negli anni ottanta/novanta era un valore. Ha i suoi limiti - facce tutte uguali, nasi minuscoli,occhi orientaleggianti - ed ha saputo distinguersi ''solo '' nell'ultima parte della sua run su XMen 2009, personaggi che ha creato e che ha evidentemente amato.
    Lim ogni tanto è in Marvel, ogni tanto in DC, ma ha lavorato anche per altre etichette - qualcuno dei lettori harryascolanti ricorderà alcuni Stormwatch pre Ellis/Raney.
    Non lo definirei un mestierante, ma un onesto ed affidabile artigiano.

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  9. Crepascolo, te lo devo proprio dire: sei un grande. Seguo i tuoi interventi anche sul blog di Tito e mi sfoderi competenza, eloquenza e surrealtà eccezionali. Poi non so se nella vita sei un commercialista, ma per quel che vale, hai la mia incondizionata ammirazione... e sì, Ron Lim è un po' il George Tuska dei novanta e anni zero...

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  10. @Gianni Barbieri - grazie di cuore
    - non sono un commercialista e lavoro ''anche '' nel campo dei comics che sono il mio medium preferito.
    Ti confesso che a me Tuska non spiace - mi piace persino la sua caratterizzazione ( un ragazzone biondo ) nel the dreamer di Eisner.
    Probabilmente è il ricordo di tante tavole che leggevo e guardavo da bambino - Iron Man, Luke Cage e tanti fill in di Vendicatori, Campioni ed altro ancora. Riconoscevo ed apprezzavo i suoi tic, i faccioni alla Favino ante litteram, il ghigno dei cattivi ( hai presente i due turisti freak che Malkovich e la Winger incontrano nel Tè del Deserto ? ) e le corporature possenti di gobbi e saltellanti figuri ( il Salvatore de Il Nome della Rosa ha lo chassis del Mida- avversario di Tony Stark - Tuskese )che, democrativo, appioppava anche ai buoni. Strano, ma era uno dei pochi che, a mio modesto avviso, legava con le chine di Vinnie Colletta il cui tratto farinoso ha rovinato tante ma tante tavole del mio amato Kirby.
    See ya in the comics. Una serena serata.

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  11. A me Tuska piaceva su Iron Man, con quei buffi dentoni con la fessura. Buona giornata. E scusa a Harry per l'off-topic.

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  12. @ gianni e crepascolo: nessuno ot. anzi, direi che il tema mestierante/onesto artigiano affidabile è interessante, e strutturale al fumetto popolare (statunitense soprattutto).
    l'elemento di affidabilità e di velocità professionale era (è?) un grande valore per la produzione "industriale" di fumetti. vero è, che nel caso specifico, il lavoro di lim ha salvato i tempi di realizzazione delle miniserie, che con perez non sarebbero stati rispettati, evidentemente.
    purtroppo, devo dire che è questo uno degli elementi negativi più significativi di questo modo di produrre fumetti.
    tutti ricorderanno guerre segrete due disegnate da al milgrom. ecco, è il passato, cose così non possono più accadere. ma sono ancora tanti, troppi, i disegnatori di comics che al limite della professionalità imparano uno stile (decisamente poco maturo e poco efficace) e realizzano parecchie tavole al mese.
    il dubbio è che, appunto, oggi non si debba più parlare di "artigianato" ma di "industrializzazione"... chissà.

    e comunque, lim nella miniserie è davvero brutto da leggere.

    harry

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