giovedì 4 agosto 2011

L'impossibile critica 4 (bis)

osamu tezuka


Sento qualcosa come una profonda tristezza quando osservo da fuori i meccanismi che stritolano le persone nelle loro idiozie ideologiche.
Nel quarto capitolo dell'Impossibile Critica, ho parlato delle funzioni umane che sottostanno all'esercizio della critica. Tra quelle funzioni, spesso implicite, ma ancor più spesso chiarissime, ci sono senza dubbio il potere, la lotta, la contrapposizione, la forza, la potenza.
Il mondo del fumetto in Italia è un mondo piccolo, dove girano relativamente pochi soldi, dove la visibilità politico-sociale è ridotta, dove il potere si misura in una cerchia di amici e nemici.
In tale contesto c'è chi ha deciso di assumere un ruolo, quello che viene prima del potere, il ruolo del pre-potente. Se ci pensi, il termine descrive bene questa funzione umana: qualcuno che usa la pre-potenza è qualcuno che non è potente (ma desidera esserlo), che ha paura (di non avere potere sufficiente, di non avere un luogo, di non contare abbastanza) e che sviluppa relazioni aggressive, minacciose nel tentativo di acquisire quel che manca (la potenza appunto).
Sono dinamiche umanissime, comprensibilissime, molto comuni.
Dietro a questo atteggiamento, inutile dirlo, c'è molto dolore. Un dolore che non supera i confini, che chiude a trincea, che si scherma dietro al vittimismo e all'ideologia fine a se stessa.
Per un equivalente fumettistico, puoi leggere una perla di Osamu Tezuka, Ayako (in Italia per Hazard Edizioni), che è una riflessione profondissimo e toccante, lacerante, dell'esibizione della pre-potenza umana.
Qualcosa di simile, ce lo ricorda Barbieri nel suo blog, avviene regolarmente nella politica (e nelle istituzioni religiose, e nelle famiglie, e ...), che è il luogo per eccellenza dove si mettono in atto gli esercizi del potere e del pre-potere. Nella politica e nei suoi organi di propaganda, ovvero i quotidiani, le televisioni, le radio. Attenzione, sarebbe errato pensare a questa funzione umana come legata a una precisa e unica connotazione politica. La dinamica è trasversale. Eppure, un certo tipo di vittimismo antidemocratico ha sviluppato con enorme efficacia il sistema della calunnia e della pre-potenza. L'argomentazione muore, sotto il peso dell'aggressione ideologica.
In politica, è certo, gli interessi economici sono tali da motivare (perversamente, ma umanamente) questi sistemi comunicativi e propagandistici.
Ma nel piccolo mondo del fumetto, dove, come detto, gli interessi economici sono risibili, perché si riproducono gli stessi modelli?
L'ho detto sopra, perché risponde a una funzione umana elementare, guidata dalla paura e dalla sofferenza. E perché hanno una diffusione sociale molto più ampia di quanto se ne abbia reale comprensione.
Pensiamo a un analogo intimo che ci tocca tutti. Il vittimismo e la conseguente aggressività pre-potente che a tutti noi sarà capitato di mettere in atto in qualche relazione di coppia non felice. Accusa, attacco, sofferenza, e pre-potenza, si elargiscono a piene mani proprio nel momento in cui sentiamo di perdere l'amore, il controllo, ... il potere.
Ayako ci muore, di ignoranza e pre-potenza. Il sistema fumetto, incrinato a mio avviso da un'insopportabile sofferenza costante, dovuta al paradigma della crisi permanente e alla sindrome da piccolo paese di campagna (lotte e gelosie tra vicini), ha davvero i suoi anticorpi? E ancora, come può reagire a tali rituali?
Forse davvero, come ci suggerisce Barbieri, con l'indifferenza. Un'indifferenza però comprensiva, che capisca cioè quanto dolore e rabbia ribolla nel pre-potente, e quanta umana comprensione manchi da quelle parti. Ma che sia un'indifferenza attenta, consapevole, pronta a mutare quando il limite è colmo, senza perdere il controllo e la serenità. Tanto, ogni cosa finisce nella polvere.

Harry

2 commenti:

  1. E' significativo che non vi siano commenti. Ci sarà la scusa dell'estate, ma la piaga non ha voglia di rispondere al dito.
    Walter

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  2. ciao walter.
    i commenti si inseguono altrove.
    in particolare qualcosa sul blog di daniele barbieri.
    poi c'è anche chi decide di passare alle offese personali, ma questo è prevedibile, no? è proprio il passo successivo di quanto ho descritto sopra.
    tutto molto umano. molto prevedibile. molto penoso.

    h.

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