domenica 17 maggio 2009

Cronachette























Il fumetto è l'arte del segno e del simbolo. Più di ogni altro. Non ho dubbi su questo, ma non spiegherò ora il perché.
In un approccio fenomenologico alla lettura, tema su cui presto tornerò, i sensi sono coinvolti al pari della facoltà dell'immaginazione e della decodifica dei simboli, fino a ritrovare un significato e a comprendere, umanamente, il mondo e i percorsi mentali ed emotivi dell'autore.
Prendete Cronachette 2 (Coconino Press) di Giacomo Nanni e capirete esattamente questo processo, se solo dedicherete un poco di attenzione a voi stessi durante il processo di lettura.
In quella macchiolina nera prima assente e che compare solo nell'ultima vignetta della pagina riscoprirete non solo la piccola protagonista pelosa, ma anche i tempi e l'ironia sentimentale di Nanni. I suoi ricordi si uniranno ai vostri e sperimenterete in modo vivo il sentimento di compassione (cum-patire, niente a che vedere con la sofferenza).
Nanni lavora per riduzione, degli sforzi, dei significati, dei movimenti, dei contenuti di ogni vignetta. Se questo sia minimalismo, non saprei, ma certo è un modo che nel fumetto si traduce immediatamente in uno sforzo efficace per sottolineare la valenza simbolica e immaginifica.
Assomiglia così tanto alla poesia, assomiglia così tanto alla vita di tutti i giorni (raramente ci capitano avvenimenti eclatanti, rivoluzionari; per lo più si ripetono gesti e situazioni usuali che solo una forte concentrazione ci permette di distinguere e sottrarre al peso dell'abitudine).
Assomiglia così tanto a una delle potenzialità più caratteristiche del fumetto: la semplicità che si trasforma in rappresentazione escatologica.

Harry

Nessun commento:

Posta un commento



Tutti i testi di questo blog sono (c) di Harry Naybors, salvo dove diversamente indicato.
Puoi diffonderli a tuo piacere ma esplicitando sempre l'autore e/o la fonte.

La versione a fumetti di Harry è (c) di Daniel Clowes.