mercoledì 5 ottobre 2011

Letture postume

                                           copertina di julia 157 di marco soldi


Il ritorno del lettore qualunqu(ista)e...

Harry


Leggo su Leggo che è morto Sergio Bonelli, l’editore, non quello che truffava gli affitti.

Di Bonelli so nulla. Mai visto, neppure in foto prima d’ora. Eppure ne respiro la presenza da molto.
Io che leggo male e quel che capita, ho visto le sue firme editoriali un po’ ovunque. E mi dispiace che muore così, di colpo, in poco tempo.
Lascia un’eredità grande, seppur contenuta, raggruppata. Ma dalle moltissime ramificazioni. Quel che accadrà si vedrà. Non so, forse noi lettori non ce ne accorgeremo neppure che è andato, sparito dove se ne vanno tutti, prima o poi.
Bonelli ha la fortuna di lasciare i suoi segni al mondo. In molti non hanno questa sorte. Va e resta, tutto insieme.
Io fatico a commuovermi, perché ho talmente tante cose da fare che commuovermi mi bloccherebbe. Il mio istinto mi dice vai avanti, vai avanti. La morte è tutta intorno a te. Ma la vita è più forte.
E quindi, ripongo Leggo dove deve stare, nel cestino del riciclo della carta. E ancora mi arrabbio, mi arrabbio a vedere il cestino accanto, quello che non ricicla un cazzo, pieno zeppo di quotidiani gratuiti. Apri gli occhi, uomo che cammini sulle nuvole. La vita ti sta chiamando! Ma andiamo avanti.


Qualche giorno dopo, in edicola c’è Julia, il nuovo numero di ottobre. Di tutto, è il Bonelli che mi dà più gioia. Mi rassicura e inquieta. E io amo queste contraddizioni. Le storie sono tutte uguali, nei disegni, nell’impostazione, non so usare termini tecnici. Apro il fumetto ed è sempre la stessa cosa. Mi sento a casa. Mi sento accolto. Ogni cambio di pagina so cosa trovo, una rigida divisione in vignette con tutte quelle facce nervose ma pulite, e quei luoghi ordinati ma pieni di violenza.
Ma in ogni numero, qualcosa di nuovo accade. E qui, lo dico chiaro perché è importante, non mi sento preso per il culo. Perché raccontare all’infinito la stessa storia fantasy con una bella donna in pericolo e l’eroe che la salva numero dopo numero dopo numero è offensivo, mortale, direi. Mentre Julia non è così. Ed è coraggioso questo strano compromesso tra staticità e movimento, tra vecchio e nuovo. È una cosa che cerco. Ma non trovo quasi mai.



E mi torna in mente il sig. Bonelli, che ha dato fiducia a un fumetto così, per esserne pienamente ripagato. Di cazzate, da editore, se ne possono fare molte. Anche l’età, dopo anni e anni di trincea, può offuscare le scelte. Ma un merito questo signore ce l’ha. Quello di essersi circondato di ottimi professionisti. E, cazzo, i professionisti sono anche uomini, quindi uno si nasconderà dietro a quell’etichetta, e farà solo storie professionali e vuote, ma qualcuno userà quella particolare esperienza per spingersi ogni giorno in nuove direzioni. Quindi, tanti saluti, Bonelli. Se il male esiste, non sta qui. Forse molti sassi nelle scarpe. Qualche dolore alle anche. Ma anche eccellenti soddisfazioni.

Un lettore qualunque.

1 commento:



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La versione a fumetti di Harry è (c) di Daniel Clowes.